Verona e Stoccolma sempre più vicine grazie alla ricerca scientifica e tecnologica. Daniele Guardavaccaro e Andrea Vettori, docenti di Biologia molecolare e di Anatomia comparata e citologia del dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona, hanno di recente ricevuto un importante finanziamento per un progetto di ricerca bilaterale Italia – Svezia nell’ambito del Programma Esecutivo di cooperazione scientifica e tecnologica tra i due Paesi. Lo studio, da realizzare in collaborazione con Olle Sangfelt, docente del Karolinska Institutet, mira ad utilizzare le proteine ubiquitina-ligasi come bersagli molecolari per lo sviluppo di nuovi farmaci antitumorali.
Professor Guardavaccaro, qual è la valenza scientifica di questa collaborazione internazionale?
La valenza scientifica di questa collaborazione internazionale è relativa al fatto che, nonostante siano stati compiuti progressi significativi nel trattamento del cancro, un numero considerevole di pazienti continua ad avere ricadute o risposte inadeguate, anche se sottoposti a terapie multimodali aggressive. Uno dei principali ostacoli all’elaborazione di strategie terapeutiche efficaci risiede nella difficoltà di colpire le proteine chiave che promuovono la metastasi e l’evasione immunitaria, contribuendo così allo sviluppo della resistenza ai farmaci. Ciò sottolinea l’importanza di sviluppare terapie che colpiscano questi processi della biologia del cancro per migliorare i risultati del trattamento.
Qual è l’obiettivo della ricerca?
L’obiettivo generale di questo progetto è quello di utilizzare le ubiquitina-ligasi presenti nelle cellule tumorali come bersagli nell’ambito di una strategia innovativa mirata a bloccare le metastasi e combattere l’evasione immunitaria. Per eseguire questo progetto, abbiamo riunito un gruppo eterogeneo di scienziati che comprende ricercatori all’inizio della carriera e ricercatori di ruolo che possiedono competenze in diverse discipline come la biologia molecolare, la biochimica medica, la biologia chimica e la drug discovery. L’altro obiettivo è quello di favorire la collaborazione tra gruppi di ricerca italiani e svedesi, promuovendo lo scambio di conoscenze e facendo progredire la ricerca d’avanguardia nella biologia del cancro e nella scoperta di farmaci sfruttando le competenze di entrambe le istituzioni.
Quali sono gli sviluppi futuri che potranno nascere da questa collaborazione tra i due Paesi?
Questo progetto collaborativo permetterà non solo di identificare nuovi composti mirati a proteine tumorali farmacoresistenti contribuendo allo sviluppo di nuove terapie anticancro, ma incentiverà anche l’innovazione tecnologica e la messa a punto di nuovi strumenti di ricerca.
Sara Mauroner