Andare al museo rafforza la nostra salute mentale e può aiutare a ridurre l’ansia e la depressione; un’affermazione ormai condivisa, ma quanto consistente dal punto di vista scientifico? Quali i dati che la sostanziano? Sono questi gli interrogativi alla base del progetto Minerva (Museo, innovazione, neuroscienze: effetti reattivi e reazioni psichiche al valore artistico) – tra le prime ricerche scientifiche che mirano a misurare il benessere psicologico dell’esperienza museale – nato dalla collaborazione tra Palazzo Maffei casa museo a Verona con oltre 650 opere esposte della Fondazione Carlon e il Centro Oms per la ricerca in salute mentale dell’università di Verona, che vede impegnati psichiatri, medici specialistici e operatori museali.
Il progetto Minerva si propone di creare un percorso culturale all’interno di una realtà museale, e di valutare l’impatto che può avere l’esperienza artistica, in particolare l’esperienza museale, per migliorare il benessere psicologico, la sintomatologia ansioso-depressiva e il funzionamento generale.
Ora, dopo la fase pilota avviata a Palazzo Maffei nel maggio scorso, che ha confermato con dati statisticamente significativi un miglioramento nei partecipanti in tutte le aree di indagine, si passa alla fase esecutiva che prenderà il via il prossimo settembre, invitando la popolazione ad iscriversi gratuitamente per partecipare alla ricerca e alla raccolta di dati.
Il progetto prevede un percorso culturale strutturato in 3 visite guidate a cadenza settimanale, ciascuna di durata inferiore all’ora, durante i quali i partecipanti vengono guidati da uno storico dell’arte interno al museo alla fruizione artistica dei capolavori esposti. Ogni intervento si distingue dal precedente per le tematiche in esame, focalizzando l’attenzione e la curiosità dei partecipanti sulle variegate sfaccettature che compongono la straordinaria collezione che attraversa i secoli, dall’arte greco-romana fino alla contemporaneità, con suggestivi quanto inattesi dialoghi tra arte antica e moderna.
Dopo la fase pilota, si avvia la seconda fase con tre nuovi appuntamenti, il 6, il 13 e il 20 settembre, sempre dalle 13.30 alle 14.30, con le tematiche già definite: “antico e moderno: un dialogo continuo”, “scienza nascosta nell’arte”, “arte e benessere psicologico: una connessione con le opere”.
La partecipazione è gratuita, aperta a un pubblico maggiorenne (per iscrizioni e informazioni inviare una mail a: giulia.turrini@univr.it): i partecipanti sono invitati a seguire tutte e tre le visite e a rispondere ai questionari posti dal team di ricercatori prima e dopo l’esperienza museale.
La fase pilota ha coinvolto un campione di 36 partecipanti, costituito da 82% di persone di genere femminile, con un’età media di 50 anni, con un range di età tra 21-80 anni. La maggior parte di loro (48%) ha un titolo di laurea magistrale con equa distribuzione del restante campione per altri titoli di studio. Nel 42% del campione, si tratta di persone coniugate, con figli (63%) e con diverse situazioni lavorative. Nel complesso è stato quindi un campione eterogeneo, rappresentando diverse caratteristiche socio demografiche.
Da un punto di vista clinico e delle variabili psicologiche, il campione riportava in media prima dell’inizio del percorso museale un disagio psicologico significativo nel 67% dei casi, con ansia lieve e sintomi depressivi di varia entità.
A seguito del completamento dei tre incontri programmati, i partecipanti hanno evidenziato un miglioramento in tutte le aree di indagine. In particolare, si è riscontrata una riduzione statisticamente significativa dei sintomi ansiosi (p-value < 0,022) e depressivi (p-value < 0,037), nonché del disagio psicologico (p-value < 0,001). È stato inoltre osservato un incremento del benessere psicologico. Da un punto di vista della valutazione dell’implementabilità e del gradimento dell’intervento, più del 90% dei partecipanti riferisce che il percorso museale è stato soddisfacente e interessante ed è risultato appropriato ai bisogni personali.
“Pur consapevoli che il campione dei partecipanti alla fase pilota è numericamente limitato – spiega Michela Nosè, docente di Psichiatria dell’università di Verona, responsabile del progetto MINERVA insieme a Corrado Barbui, docente anch’egli di Psichiatria e direttore del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento, e a Vanessa Carlon, direttrice di Palazzo Maffei casa museo a Verona e vicepresidente della Fondazione Carlon – i risultati preliminari appaiono particolarmente promettenti, permettendoci di dare continuità al progetto e strutturando nuovi percorsi dopo l’estate per raggiungere un campione più significativo”.
“Palazzo Maffei casa museo è nata per volontà di mio padre, il collezionista Luigi Carlon, anche nella convinzione dell’importanza della fruizione artistica nella vita delle persone e di quanto l’arte possa contribuire al benessere individuale e collettivo e alla crescita sociale” commenta Vanessa Carlon. “Ecco perché abbiamo voluto promuovere questo progetto con un‘eccellenza come il Centro Oms per la Ricerca in salute mentale dell’università d Verona. Abbiamo messo a disposizione la nostra collezione, le visite al museo, i nostri storici dell’arte e speriamo ci sia una grande partecipazione di tanti e differenti tipologie di popolazione. Le indagini condotte credo potranno contribuire a definire ulteriormente la funzione e il ruolo dei musei nella società”.
La Redazione