Uno sguardo diverso sul tema sicurezza. Una narrazione che, anziché giocare sull’allarmismo e la paura, sposti l’attenzione sui dati reali, sulle cause, sulle tante sfaccettature del problema, e soprattutto sul legame indissolubile tra sicurezza da un lato, e inclusione e coesione sociale, dall’altro.
Sono stati questi i fili conduttori del convegno “Di cosa parliamo quando parliamo di sicurezza?”, dello scorso 12 ottobre, al Polo Zanotto
A promuoverlo l’università di Verona insieme alle associazioni Gruppo Radici dei Diritti dell’ateneo scaligero, l’Osservatorio di comunità per i diritti e i doveri sociali, l’associazione Avvocato di Strada, l’associazione Sulle Orme e la Ronda della Carità.
Dopo i saluti iniziali della delegata del rettore al Public Engagement Olivia Guaraldo, della neo-questora di Verona, Rosaria Amato, e brevi interventi introduttivi di alcuni rappresentanti delle associazioni promotrici, è stato il sociologo Luca Mori, docente dell’ateneo scaligero, ad affrontare il tema “Sicurezza ed inclusione, insicurezza ed esclusione”.
Il noto giornalista e scrittore Gian Antonio Stella ha poi parlato di “Paura e informazione: come i media raccontano la sicurezza”. A seguire Sara Benetti, dell’associazione Sulle Orme, ha raccontato le buone e le cattive pratiche degli apparati di sicurezza che condizionano il lavoro di integrazione e recupero sociale delle persone marginalizzate; infine, l’avvocato Enrico Varali ha affrontato il nodo “Diritto e percezione sociale della sicurezza”, che si connette anche al dibattito pubblico sul disegno di legge “sicurezza” recentemente approvato dalla Camera dei deputati.
Nel tempo riservato al dibattito fra i partecipanti, sono intervenuti il prefetto Demetrio Martino e l’assessora alla sicurezza del Comune di Verona, Stefania Zivelonghi. Le conclusioni sono state affidate a Carlo Piazza, presidente dell’Osservatorio di comunità.
Il convegno, aperto a tutta la cittadinanza, si è rivolto in particolar modo agli operatori di giustizia: magistrati, avvocati, dirigenti e appartenenti alle forze dell’ordine, loro sindacati e associazioni professionali, amministratori locali, attivisti dei diritti umani e operatori del Terzo Settore, docenti e studenti di discipline giuridiche, educative, sociali, antropologiche, giornalisti e blogger. Obiettivo finale è stato aprire un confronto sul tema, cercando di prospettare iniziative condivise che possano contribuire a garantire da un lato la sicurezza e dall’altro la dignità e i diritti di tutte le persone.
Elisa Innocenti