Alcuni tra Manager e i tecnologi italiani che hanno fatto e continuano a fare del “made in Italy” una storia di successo saranno ospiti all’università di Verona per ricordare che la ricchezza in Italia si crea realizzando prodotti che fanno cose speciali, grazie alla tecnologia, e vestendoli alla maniera italiana. L’appuntamento, organizzato dall’Italian technology Hall of Fame in collaborazione con il dipartimento di Management dell’università di Verona, è in programma il 12 dicembre, a partire dalle 10, nell’aula B del Silos di Ponente del Polo Santa Marta.
La giornata sarà un’occasione di orientamento, per le ragazze e i ragazzi delle scuole superiori e dell’università al mondo del lavoro e delle imprese tecnologiche italiane, ma anche un momento di confronto e condivisione con le imprese del territorio e con la cittadinanza.
Sarà il prorettore di ateneo Diego Begalli ad aprire l’incontro. Con lui, Carlo Massironi, asset manager e curatore della Italian technology Hall of Fame e Giusy Chesini, docente di Economia degli intermediari finanziari di ateneo e coordinatrice scientifica dell’incontro.
Il programma della mattinata proseguirà con gli interventi di Giorgio Garuzzo ex Ceo di Iveco poi direttore generale del Gruppo Fiat, Giancarlo Michellone ingegnere che ha guidato l’invenzione dell’ABS Fiat ed è diventato, successivamente, amministratore delegato del Centro ricerche Fiat e presidente dello Science Park di Trieste e Pietro Camardella che in Pininfarina ha realizzato il design di cinque Ferrari e ha diretto lo stile di Lancia e l’advanced design del Centro ricerche Fiat.
Nel pomeriggio, a partire dalle14, seguiranno le testimonianze di Francesco Butera cui si deve il primato italiano nelle leghe a memoria di forma che consentono di dotare le macchine di muscoli di nichel-titanio, Roberto Paratico, uno dei leader europei negli apparecchi per la miscelazione dei gas medici e Carlo Garuzzo, tra i principali costruttori italiani di impianti fotovoltaici di grandi dimensioni.
La giornata sarà moderata da Giusy Chesini e Carlo Massironi.
Roberta Dini