È Stefano Andreaggi, neo-specialista in Cardiologia all’università di Verona il vincitore della borsa di ricerca in area cardiovascolare intitolata alla memoria di Michele Pighi, docente di Cardiologia dell’università di Verona, prematuramente scomparso nel settembre 2022. Andreaggi è già partito per Harvard dove svolgerà un anno di studio e ricerca sull’erosione della placca aterosclerotica alla base dell’infarto.
L’obiettivo dello studio, che lo vedrà confrontarsi con un gruppo internazionale di medici e ricercatori, è valutare la prevalenza di questo fenomeno integrando l’analisi fatta dall’operatore con le metodiche dell’intelligenza artificiale che assistono l’operatore nell’analisi e diagnosi di questo evento. Il nome del vincitore è stato ufficializzato il 17 marzo, durante un seminario della Scuola di specializzazione in Malattie dell’apparato cardiovascolare, diretta da Flavio Luciano Ribichini, nella sala Marani dell’ospedale di Borgo Trento. Presenti con il professor Ribichini anche Daniele Pighi, padre del docente di Cardiologia prematuramente scomparso e Paolo Springhetti, vincitore della borsa di studio nel 2024 da poco rientrato dal Canada. La borsa messa a disposizione dalla Scuola è sostenuta grazie alle donazioni arrivate attraverso la onlus “Cuore di Moreno” e alle attività didattiche svolte per conto terzi dall’Unità operativa clinicizzata di Cardiologia dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata.
“Il miglior modo per ricordare Michele – ha spiegato Ribichini – è quello di dare ai giovani la possibilità di studiare e andare all’estero in centri di eccellenza per migliorare le loro conoscenze e competenze. Per questo, anche per il 2025, abbiamo voluto istituire la borsa di studio dedicata alla memoria di Michele per consentire a un altro dei nostri specializzandi che hanno concluso la scuola di Cardiologia di trascorrere un anno in una struttura di eccellenza come il Massachusetts General Hospital dell’Harvard Medical School. Questa esperienza darà a Stefano una visione completamente nuova del mondo della ricerca perché potrà confrontarsi con colleghe e colleghi che parlano altre lingue, che hanno seguito percorsi di formazione diversi e che lavorano inseriti in sistemi organizzativi diversi. Il desiderio è che queste ragazze e questi ragazzi poi tornino a Verona perché le conoscenze ed esperienze acquisite e i legami professionali e personali che si sono creati siano messi a disposizione la ricerca e l’assistenza clinica della Cardiologia di Verona”.
RD