In edicola in questi giorni la novità editoriale lanciata da Panini editore, un numero di Topolino in dialetto veneziano.
L’esperimento è nato lo scorso gennaio, con la pubblicazione di quattro albi a fumetti appositamente pensati per altrettante regioni: Campania, Lombardia, Sicilia e Toscana. Ora tocca a quattro nuovi idiomi: veneziano, barese, romanesco e torinese.
«La nuova storia di Topolino in veneziano, che si affianca alle edizioni negli altri dialetti, in edicola in questi giorni, è un’interessante novità editoriale che conferma la crescente attenzione verso i dialetti, oggetto di una riscoperta come parte del patrimonio culturale». Così Stefan Rabanus, coordinatore scientifico del progetto AlpiLinK – Lingue Alpine in contatto, sviluppato dalle Università di Verona, Trento, Bolzano, Torino e Valle d’Aosta, finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca come progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale. Il percorso, che si concluderà in autunno, si pone l’obiettivo di offrire un contributo molto significativo alla conoscenza dei dialetti e rappresenta al tempo stesso l’occasione per sperimentare un nuovo modello partecipativo di ricerca, che fa leva sul coinvolgimento dal basso, in modalità crowdsourcing, dei cittadini dei territori oggetto del progetto, ma anche delle scuole e degli enti locali. Tutte le persone che parlano un dialetto delle regioni del Nord Italia possono infatti contribuire direttamente alla ricerca attraverso il sito di AlpiLinK – alpilink.it – compilando in pochi minuti l’audio-sondaggio dedicato in cui viene proposto all’utente di utilizzare il proprio dialetto o la propria lingua per descrivere cosa accade in una scena o per tradurre le frasi o parole indicate. All’audiomappa si affianca una seconda mappa che raccoglie i contributi fotografici inviati dai cittadini che documentano la diversità linguistica nei diversi territori.
Scandagliando la storia del Topolino in dialetto si scoprono espressioni tipiche del dialetto – come cossa xe nato? anca massa! ma andemo! bèn cio! bon! bon! – in qualche caso di difficile traduzione in italiano, come andare su pa ste brecane – con cui si intende raggiungere un posto sperduto, pieno di sterpaglie.
«Non tutti si identificano in questa traduzione – continua Rabanus – perché in veneto esistono tante microvarietà del dialetto con forti differenziazioni fra provincia e provincia o addirittura fra i singoli comuni, quindi è inevitabile che ci siamo posizioni critiche rispetto alla varietà scelta. Un altro limite – esplicitato già in premessa dal dialettologo Enrico Castro, che ha curato la traduzione – è legato anche alle difficoltà nel trasferire il dialetto, che è una lingua orale, in forma scritta. Per questo come AlpiLinK abbiamo scelto di documentare i dialetti attraverso contributi audio, anche se – da osservatori esterni – l’operazione di Panini editore ci sembra comunque interessante, anche perché, proprio a evidenziare il valore del multilinguismo, nello stesso numero sono inserite insieme la storia in veneziano e le tradizionali storie in italiano».
«Come osserva anche Riccardo Regis, professore ordinario di Linguistica italiana dell’Università degli Studi di Torino, nel suo intervento ospitato nell’edizione di Topolino, il dialetto è sempre più impiegato anche in contesti diversi, dalle canzoni alle serie Tv. Interessante anche il fenomeno dei giovani influencer che sui social utilizzano il dialetto e raccolgono un grande seguito», aggiunge Sabrina Bertollo, ricercatrice del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere di Verona che collabora al progetto AlpiLink. «Sono segnali di una trasformazione in atto: il dialetto sta conoscendo una nuova popolarità, anche fra i più giovani. Una conferma ci arriva anche nell’attività che svolgiamo con le scuole»
L’invito a contribuire al progetto attraverso il sito alpilink.it è aperto: oltre 1800 i parlanti che hanno già partecipato al progetto.
photocredits Panini