Cesare Lombroso, il padre dell'antropologia criminale, moriva cent'anni fa. Ad un secolo dalla sua scomparsa l'università ha deciso di onorare la memoria del suo concittadino con il convegno "L'Antropologia criminale di Lombroso: dall'Ottocento al dibattito filosofico-penale contemporaneo".
Il convegno. Articolato in più sezioni, filosofica-giuridica, criminologica e penalistica, il convegno ha cercato di far luce su tutte le sfaccettature e le implicazioni concettuali che l'avventura del pensiero di Lombroso ancora propone alla nostra riflessione.
Relatori nazionali, provenienti da numerose università come Genova, Bologna, Roma Tor Vergata, Milano Bicocca e, ovviamente, Verona, si sono alternati con professori americani, francesi, olandesi e spagnoli. Tra i protagonisti del dibattito anche Guido Neppi Modena, vice presidente emerito della Corte Costituzionale. Ora quando può dirsi ormai scomparso il positivismo penale e, con esso, il timore di una deriva medicalizzante, la critica lombrosiana ai principi classici del diritto penale può paradossalmente ritenersi, per molti versi, più che mai attuale.
Il pensiero. “E' un pensatore indubbiamente oggetto di giudizi controversi e di alterne fortune – ha affermato Francesca Zanuso docente di Filosofia del diritto della facoltà di Giurisprudenza -. Celebratissimo in vita, in contatto con l'intellighenzia del suo tempo, capace di incidere profondamente nell'immaginario collettivo con la sua forse riduttiva ma sicuramente suggestiva spiegazione dell'origine atavistica del delitto. Per un considerevole lasso di tempo Lombroso è stato un studioso molto considerato ed apprezzato forse perché con le sue tesi pareva in grado di esorcizzare l'inquietudine che il manifestarsi del male suscita in noi consentendo di relegare il male stesso in alcunchè di descrivibile, quantificabile e, quindi, apparentemente controllabile.Tanto rapida fu la sua fortuna quanto repentino il suo oblio, ed egli fu riposto all'interno di un museo degli orrori del razionalismo moderno per essere poi recuperato all'interno di un cliché che sicuramente banalizza il suo pensiero”.
Lombroso tra ieri, oggi e domani. Ecco perché i tempi possono dirsi maturi per valutare la figura di Lombroso: proprio nella “sua” Verona, proprio cominciando con l’indagare più a fondo il senso di quell’antropologia criminale che è del resto riconosciuta quale origine della odierna direttrice criminologica di ricerca.