Ha fatto tappa anche a Verona, nei numerosi impegni istituzionali, il ministro dell’Università Maria Stella Gelmini. Il rettore dell’ateneo, Alessandro Mazzucco, ha così colto l’occasione per un veloce incontro e un autentico botta risposta in materia di Università.
Le scelte fiscali. In particolare il rettore ha ascoltato attentamente l’intervento della Gelmini durante un convegno sui temi della scuola e dell’istruzione.“Il ministro ha fatto richiami molto forti al mondo universitario – afferma Mazzucco – da parte mia mi sono permesso di dirle che noi abbiamo già fatto il bilancio per il 2010 e questo dimostra che siamo tra le università che, non da oggi, si sono comportate virtuosamente con la possibilità, quindi, di mantenere intatti i programmi di ricerca, didattica e sviluppo”. Per quanto riguarda l’invito alla razionalizzazione della spesa e al “farsi bastare le risorse che ci sono”, Mazzucco assicura: «è una linea condivisa dalla Conferenza dei rettori, ma tutti hanno una grande preoccupazione: i tagli che sono stati fatti con la legge 126 del 2008 renderebbero, di fatto, impossibile la sopravvivenza di qualsiasi università. Il ministro ci ha fatto intendere che attraverso lo scudo fiscale ci sarà un rifinanziamento per l’anno 2010 che, nei termini in cui è stato dichiarato, renderebbe possibile, almeno per le realtà più virtuose come la nostra, di passare questo periodo di crisi senza troppi danni».
Dalla parte dei giovani. Uno degli obiettivi annunciati dal ministro sarà la fine del precariato a vita, problema molto sentito tra i giovani. “È un dato di fatto importante che purtroppo viene vissuto con una certa resistenza dagli accademici, soprattutto quelli appartenenti alle generazioni di più vecchia data" ha spiegato il rettore. Quale la soluzione? «È indispensabile che ad un’età fisiologica ci sia una conclusione della carriera, con successiva apertura di spazi ai più giovani. È vitale che venga anticipata l’età di ingresso nella carriera universitaria alle persone nel momento più produttivo della loro vita. A Verona l’abbiamo già attuato, da noi i docenti vanno in pensione a 70 anni e al ministro l’ho ricordato».