Secondo appuntamento per la rassegna “A lezione di tendenze. Professione artista" che si è tenuto al teatro Camploy con Edda e i Soundtrack.
Edda. Stefano Rampoldi, noto al pubblico come Edda, ha esordito come cantante dei “Ritmo Tribale”, una delle rock band italiane più importanti degli anni ’90. Abbandonata la band durante un tour nel 1995 e, convinto di non aver più nulla da dire, si è allontanato dalle scene per tredici anni. “Fino a 33 anni mi sono dato con tutto me stesso alla musica – ha detto – ma oggi non potrei più farlo. Ho vissuto musicalmente gli anni in cui è iniziato il successo dell’underground e dei ritmi tribali, poi c’è stata una lunga pausa in cui ho fatto il manovale e sono rientrato in questo mondo oggi che tutto è cambiato. Io però mi sento come se non fosse cambiato nulla!” Chi è cambiato in questi anni è lui: ha affrontato un percorso difficile e travagliato per uscire dalla tossicodipendenza e oggi è un uomo e un musicista diverso.
Sfyas. Sfyas – Soundtrack For Your Acoustic Summer “non sono un gruppo, ma un progetto”, ha tenuto subito a chiarire il loro leader, Michele Nicoli. È lui la figura attorno alla quale ruotano diversi musicisti. Sono tutti ragazzi giovani con una gran passione per la musica. “Il sogno di tutti noi sarebbe stato quello di diventare una band famosa nel mondo – ha dichiarato un po’ amareggiato uno dei ragazzi – ma ti devi scontrare con la realtà. Così fai lo studente – io studio architettura, per esempio – e magari frequenti il conservatorio. Poi, quando hai tempo, vai a fare le prove e una volta l’anno, se ti va bene, fai anche un bel concerto”. Sono un nutrito gruppo di giovani di belle speranze: uno è addirittura arrivato dall’Australia per imparare a suonare il violino nel Paese del Bel Canto. “Michele è un dittatore musicalmente parlando – ha puntualizzato un altro componente – è lui che ci presenta testi e musica e noi cerchiamo di adeguarci con qualche piccola variazione sul tema secondo il nostro gusto e la nostra arte”.
La musica oggi. Edda e i Soundtrack hanno citato Moltheni – ospite del primo incontro – per parlare del rapporto dei gruppi emergenti con la musica italiana: “Non ci sono molti spazi – hanno detto – per chi come noi non accetta di fare la ‘cover band’ per suonare nei locali”. Michele ha aggiunto anche che “quando sei un artista non vuoi e non puoi cantare qualcosa che non ti appartiene così devi accettare un compromesso: poco pubblico ma di qualità, pochi soldi ma la dignità fatta salva”. Ha chiuso il discorso Edda dicendo: “Io oramai sono veramente felice quando canto nella mia cucina”. E lo si può vedere su Youtube.com/eddaponteggi.