La visita del presidente della Repubblica ha segnato anche per l’università un momento positivo, di apertura al confronto fra la realtà veronese e quella nazionale, di partecipazione alla riflessione sull’attuale congiuntura e all’analisi sulle criticità che permangono e sui punti di forza che indicano le vie di uscita dalla crisi.
L’invito a sedere al tavolo del seminario presieduto dal presidente Napolitano in prefettura venerdì 9 aprile ha sotteso per l’università un riconoscimento di ruolo e di merito. L’università è un punto di forza per il territorio che l’esprime, genera capitale intellettuale ed è motore di sviluppo. Questo accade a Verona, dove l’università è attenta ai problemi del territorio e si adopera per la loro soluzione, come nel caso del destino del centro ricerche Glaxo, un’opportunità da preservare anche con l’impegno dello Stato, come ha accennato lo stesso presidente della Repubblica, riferendosi ad una conversazione avuta proprio con il rettore. Accade a Verona dove il 66% dei laureati della triennale ad un anno dalla laurea trova lavoro, il 20% in più rispetto alla media nazionale, come rivelano i dati di Almalaurea. Nel veronese, non è un caso, le aziende accreditate con l’ateneo per stage e tirocini sono poco meno di settemila. Accade a Verona dove la ricerca promuove risultati di eccellenza di livello internazionale, sia che ci si riferisca all’area medica che a quella tecnico-scientifica.
L’università attende una riforma non più procrastinabile: il rettore lo ha ricordato a Napolitano. Ma non perde tempo nell’attesa. Lo stesso ministro Gelmini, durante la visita del marzo scorso a Verona, aveva ringraziato il rettore per il suo contributo all’ingegneria del documento che ridisegnerà l’università italiana e ciò significa che il nostro ateneo può essere considerato un incubatoio di scenari futuri.
L’università si spende per Verona. Lo testimoniano le iniziative che negli ultimi anni sono state varate d’intesa con il Comune e le istituzioni per portare la cultura fuori dalle aule, per coltivare nei giovani l’etica pubblica e il senso civico. I valori che il presidente della Repubblica ha testimoniato anche a Verona, sottolineando l’esempio e l’apporto che dal Veneto e dalla nostra città possono derivare al futuro del Paese. Un Paese che ha bisogno di respirare e vivere la cultura quale fattore vitale, terreno fertile per “coltivare”, come suggerisce l’etimologia, i semi del futuro.