“E’ una delle novità del mondo editoriale degli ultimi anni”. Con queste parole Mario Allegri, associato di Letteratura italiana contemporanea dell'ateneo, ha lasciato spazio ai Wu Ming, il collettivo letterario bolognese ospite durante la lezione del docente. L'incontro è stato curato dagli studenti del gruppo pagina 13 in collaborazione con la facoltà di Lettere e filosofia, corso di laurea in Scienze della comunicazione
Chi sono i Wu Ming? Il loro nome per esteso è Wu Ming Foundation. E’ un collettivo letterario formato da quattro scrittori, nato a Bologna una decina di anni fa con il romanzo "Q". Il collettivo al suo esordio si firmava Luther Blisset – dall’omonimo calciatore giamaicano – uno preudonimo usato da un numero imprecisato di performer e artisti americani ed europei negli anni ottanta e novanta. L’attuale nome d'arte, Wu Ming, è inteso tanto come tributo alla dissidenza, quanto come rifiuto dei meccanismi che trasformano lo scrittore in un divo. “Wu Ming” in cinese mandarino significa ‘senza nome’, ‘anonimo’, – ha spiegato Federico, uno dei quattro componenti del collettivo – ma non nel senso di negazione di un rapporto diretto con il pubblico. Secondo noi le opere contano più degli autori, per questo non partecipiamo mai a trasmissioni televisive o servizi fotografici. Wu Ming – ha proseguito – è un collettivo di narratori, un’atelier, una sorta di bottega artigiana fondata il primo gennaio del 2000. Siamo un collettivo aperto e le nostre opere sono sottoposte a una condizione di copyleft che ne permette la libera riproducibilità ma non a scopo di lucro e purchè venga citata la fonte. Un principio fondamentale per noi è mantenere l’opacità nei confronti dei media. Vogliamo che chi ci riconosce lo faccia perché ha avuto un contatto reale con noi e sappia chi siamo e quello che facciamo. Non vogliamo rischiare che l’autore venga trasformato in un personaggio del quale conta più l’acconciatura rispetto a quello che scrive”.
I loro lavori. “Scriviamo romanzi storici, ambientati nel passato – ha raccontato Giovanni, un secondo componente dei Wu Ming. Siamo convinti che il passato non sia del tutto tale: il passato è sulle nostre spalle, non alle nostre spalle. Ma non siamo storici di professione, non scriviamo di un’epoca specifica. Studiamo da autodidatti sui libri di storia e la maggior parte dei nostri personaggi è desunto dalle cronache. Quello che vogliamo fare – ha continuato Giovanni – è trovare dei punti di snodo nella storia che possano essere raccontati in maniera diversa, dei momenti in cui si sia espressa una potenzialità. E’ la tecnica del ‘what if’, ‘cosa sarebbe successo se…’. Ci aiuta a riflettere sul ‘qui’ e ‘ora’. Spesso raccontiamo di sconfitte proprio perché portatrici di una potenzialità inespressa; ma i nostri romanzi non narrano di sconfitte, ma di sopravvivenze”.
Creatività collettiva: come funziona? “Di base esiste un piano comune – ha rivelato Giovanni. Scriviamo una scaletta del romanzo, il plot, l’ossatura; definiamo le linee portanti e i caratteri dei personaggi. E’ un lavoro preliminare fondamentale. Le bozze di ciascuno vengono lette ad alta voce, lavoriamo molto di taglia e incolla e di riscrittura. Nella fase finale interviene l’editor col quale viene fatta un’ultima rilettura. La malta di questo lavoro è la conoscenza reciproca. Non abbiamo un metodo, non teniamo corsi di scrittura creativa, ma la nostra è una prassi che si fonda sull’amicizia e la fiducia”.
Altai. Venezia, Anno Domini 1569. Un boato scuote la notte, il cielo è rosso e grava sulla laguna: è l'arsenale che va a fuoco, si apre la caccia al colpevole. Un agente della Serenissima fugge verso oriente, smarrito, "l'anima rigirata come un paio di brache". Costantinopoli sarà l'approdo. Qui conoscerà Giuseppe Nasi, nemico e spauracchio d'Europa, potente giudeo che dal Bosforo lancia una sfida al mondo e a due millenni di oppressione. Intanto, ai confini dell'impero, un altro uomo si mette in viaggio, per l'ultimo appuntamento con la storia. "Che segno è quando un arcobaleno appare, non c'è stata pioggia e l'aria è secca e tersa? È quando la terra sta per tremare, e il mondo intero vacilla".