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“Ingegneria senza frontiere” ha compiuto un anno di vita. Questa associazione veronese per l'ambiente, la tecnologia e la cooperazione internazionale ha festeggiato i suoi successi e inaugurato il nuovo anno con un incontro che si è svolto il 25 ottobre a Ca' Vignal. È stato fatto il punto della situazione mostrando quali sono stati gli obiettivi raggiunti fino ad oggi e in cosa consistono i progetti previsti per il futuro. Protagonisti dell'evento sono stati gli studenti e i ricercatori che occupano un ruolo attivo all'interno dell'associazione e Marco Passigato, mobility manager dell'ateneo.
Cos'è Ingegneria senza frontiere. “Isf” è un'associazione nata all'interno del mondo universitario che si occupa soprattutto di tematiche legate all'ambiente, alla tecnologia e alla cooperazione internazionale. Per promuovere i suoi obiettivi si serve di progetti tecnici che danno un contributo materiale, e di progetti di formazione e di educazione. La sede di Verona, una delle più giovani di tutta Italia, vuole contribuire a far entrare l'ateneo nell’ottica della cooperazione allo sviluppo integrandosi con le esperienze e le professionalità presenti nel mondo accademico e studentesco.
Il recupero di computer inutilizzati. “Trashware” è il nome del progetto presentato da Fabrizio Boriero, assegnista del dipartimento di Informatica. Si tratta del recupero e dell'utilizzo ottimale di computer dismessi della facoltà di Scienze per progetti di cooperazione allo sviluppo. “Il problema principale è che poco dopo l'arrivo a destinazione, i computer diventano spazzatura ingestibile se non si sa come mantenerli – ha spiegato Boriero – l'idea è anche quella di scrivere un manuale comprensibile per spiegare le strategie di gestione dei computer in modo tale che possano resistere il più possibile. Inoltre è in programma un ciclo di quattro incontri nel quale si potrà partecipare per dare una mano nella sistemazione dei pc.”
Un aiuto per l'Uganda. Marco Andreolli, ricercatore in Biotecnologie ambientali, ha illustrato il progetto il cui obiettivo è stato quello di costruire un pozzo di acqua potabile in un distretto a sud dell'Uganda. In questo Paese infatti l'80 per cento delle morti è provocata dalle malattie che si diffondono a causa dell'acqua contaminata. "E' di grande importanza che i popoli di quelle zone comprendano che un lavoro del genere va mantenuto e curato per essere veramente efficace – ha detto Andreolli – per questo abbiamo intenzione di capire attraverso un questionario in che modo avviene l'utilizzo del pozzo”.
L'idea delle fontanelle. Marco Passigato ha spiegato alcuni dei propositi compiuti per quanto riguarda l'educazione ambientale, come la realizzazione delle fontanelle, ossia acqua potabile gratuita e disponibile nei corridoi di Ca' Vignal per limitare l'acquisto delle bottiglie di plastica. “La sfida è quella di trovare il linguaggio giusto per catturare l'attenzione dei giovani” ha detto Passigato. Per ulteriori informazioni visitare il sito www.sostenibilmente.it
Una mostra sugli abusi dell'acqua. E' stato promosso un concorso fotografico “Every drop counts” che si è concluso il 20 ottobre sul tema degli sprechi dell'acqua nonché del suo utilizzo sensato e responsabile. Le fotografie vincenti sono esposte al Fuoricorso Caffè in via Mazza fino al 25 novembre.