Nel mondo delle nuove professioni arriva anche in Italia la figura dello “school counselor”. È colui che nell’ambiente scolastico facilita il percorso formativo dei giovani e guida gli allievi nella scelte per il futuro. Questa pratica è molto diffusa negli Stati Uniti mentre in Italia non esiste ancora una vera e propria tradizione al riguardo. Sarà proprio lo school counseling l’argomento alla base del seminario internazionale che si terrà nei giorni 11 e 12 novembre alle 9 nelle aule 2.3 e 1.6 del Polo Zanotto.
Due giornate di lavoro. L’evento, dal titolo “School counseling: esperienze statunitensi e italiane a confronto”, ha come obiettivo quello di favorire la conoscenza dello school counseling statunitense e creare uno spazio di confronto tra esperienze e pratiche italiane e americane attraverso il dialogo. Il seminario è organizzato dal Centro di ricerca educativa e didattica, coordinato da Luigina Mortari, direttore del dipartimento di Filosofia, pedagogia e psicologia. Saranno presenti ospiti internazionali esperti in school counseling provenienti dalle università del Massachusetts e di San Diego. Sono previste due giornate di lavoro: venerdì 11 novembre nell’aula 2.3 ci sarà la presentazione di alcune relazioni e la discussione di casi. La mattina di sabato 12, nell’aula 1.6, prevede un workshop esperienziale sulla pratica della consultation, una delle più importanti funzioni dello school counselor negli Stati Uniti.
Confronto tra Italia e Stati Uniti. “Il counseling – spiega Mortari – si sta rivelando un elemento cruciale nel migliorare le prestazioni scolastiche e le condizioni di vita personale e sociale degli studenti. La sua applicazione corretta ha un impatto positivo sull’adesione alla scuola e sulla prevenzione dei comportamenti aggressivi e devianti in genere”.
Negli Stati Uniti, la professione school counseling si è sviluppata come specializzazione piuttosto complessa in ambito scolastico e mira ad affrontare diverse tematiche educative importanti. “A differenza dell’eterogeneità degli interventi e della mancanza di una figura nella scuola italiana con un ruolo e un’identità ben definita – aggiunge Mortari – il contesto scolastico americano propone un approccio di counseling che vanta una forte tradizione e si rifà ad un modello globale, che costituisce un’interessante risposta alle necessità che stanno emergendo nelle scuole italiane”.