Un dialogo, uno scambio di pareri e considerazioni per scoprire il vero valore dell'essere veneti. A Verona continua a pulsare la voglia di fare qualcosa di concreto, di uscire dal periodo buio. “Dove batte il cuore del Veneto”, organizzato dalla Fondazione Giorgio Zanotto in collaborazione con il Centro di cultura europea Sant'Adalberto e il Collegio universitario femminile Don Nicola Mazza, ha voluto regalare ai veneti un brillante scambio intellettuale per parlare di un presente difficile ma di un futuro che deve per forza dare speranze. Protagonisti dell'incontro Stefano Lorenzetto, editorialista e articolista de “Il Giornale” e di “Panorama”, considerato il miglior intervistatore d'Italia e Cesare De Michelis, docente di letteratura all'Università di Padova e presidente della casa editrice Marsilio.
Il Veneto tra luci ed ombre. Un susseguirsi di ampie vedute e opinioni per capire i veri valori che hanno portato tutta la regione ad essere quella che è, a crescere e migliorarsi. Ma anche un'analisi dei limiti che l'hanno condotta ad una situazione di crisi e difficoltà, in un periodo dove la luce fuori dal tunnel sembra ancora lontana. “In una sola generazione – ha raccontato De Michelis – abbiamo visto nascere e tramontare il miracolo del nord-est. La nostra identità non è stabilizzata ma cambia di continuo, la nostra è una storia fatta di luci ed ombre. Siamo un territorio strano, ci siamo accontentati di quello che avevamo senza guardare al futuro”. Gli fa quasi eco Lorenzetto, da anni profondo conoscitore, con le sue interviste, di tutta la regione. “Alle nuove generazioni – ha affermato – non insegniamo più cos'è giusto, molti non sanno nemmeno più perché si alzano al mattino. Si ha una profonda perdita di valori e di speranza, non riusciamo più a dare un futuro ai nostri giovani”.
Costruire il futuro. Ma le speranze ci sono, entrambi ne sono convinti, c'è solo da ripartire dai valori fondanti di una cultura così nobile e millenaria. “Dobbiamo ripartire dai giovani – ha detto Lorenzetto – oggi non si ha la possibilità di metterli alla prova. Dobbiamo mettere nuovamente alla prova i bravi in tutti i sensi, riaprire la palestra in cui mettere alla prova i giovani. Più che dire, dobbiamo dare ai ragazzi la possibilità di fare”. Ricominciare a lavorare, riscoprendo le tradizioni e rinnovandole. “Il sistema culturale che abbiamo messo in moto – ha ricordato De Michelis – è stato capace di distruggere tutta la tradizione. Dobbiamo realizzarci guardando il domani ma senza dimenticarci di ieri, dobbiamo fare tesoro di quello che ci ha lasciato il passato. Quello che sappiamo è tutto quello che è accaduto fino ad oggi. Abbiamo molte risorse ma dobbiamo giocare bene la nostra partita. Non dobbiamo stare fermi, bisogna muoversi.”