Come ogni lunedì, anche il 27 ottobre scorso, il polo Zanotto è stato scenario delle conferenze proposte dal collegio universitario “don Nicola Mazza” in collaborazione con l’Università di Verona e introdotte da Suor Germana Canteri. Questa volta il tema dell’appuntamento è stato “La danza delle relazioni: dialogo, reciprocità, libertà”. Relatori dell’evento Sergio Manghi, docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’università di Parma e Milena Santerini, docente di pedagogia generale e pedagogia sociale e interculturale dell’università Cattolica – Milano. Coordinatore Agostino Portera, docente e direttore del centro studi interculturali dell’università di Verona.
Una danza per cambiare. Gli elementi fondamentali trattati durante l’incontro si snodano in maniera lineare attraverso punti precisi, come ha spiegato Santerini a proposito dell’interculturalità da applicare al dialogo tra culture differenti. "Nel dialogo interculturale il prefisso inter sta a significare che le relazioni tra culture hanno qualcosa di dinamico. Si parla infatti di danza delle relazioni che ci mostra come la multiculturalità stia dentro noi stessi. Qualcosa si muove e occorre fare attenzione a quel dialogo che lascia tutti e tutto uguale, perché il dialogo interculturale ci deve cambiare. Non bisogna lasciarsi ingannare dal fatto che le culture, in quanto tali, debbano per forza sfociare nella violenza”.
Vivere insieme è cercare l’altro. Significativo anche l’intervento di Sergio Manghi che, attraverso il quadro di Henri Matisse "La Danza", è subito entrato nel cuore della questione. Il docente ha sottolineato e ha fatto notare a molti dei presenti come, all’interno del quadro, raffigurante una danza tra un gruppo di persone che si tengono per mano, vi sia un elemento che va oltre la danza. Infatti, due delle figure rappresentate non si tengono per mano, ma tendono l’uno verso l’altro, quasi fino a torcersi per riuscire a toccarsi. “Questo significa scegliere liberamente di comprendere noi stessi – ha spiegato Manghi – rapportandoci con chi è diverso da noi come davanti ad un specchio”.
31.10.2014