Negli ultimi 50 anni in Italia la spettanza di vita è arrivata a 80 per l'uomo e 87 anni per la donna.
La longevità è però caratterizzata da elevata fragilità e incidenza di patologie cronico degenerative che condizionano e compromettono la qualità di vita dell'anziano. Queste patologie possono instaurare un quadro di instabilità clinica tale da causare eventi acuti come la frattura del femore. In relazione a questo grave evento per l'anziano, si svolgerà al Centro Medico Culturale “G. Marani” dell’Ospedale di Borgo Trento, venerdì 16 ottobre, alle 14, il terzo congresso di Ortogeriatria.
Il tema trattato è l'importanza della frattura di femore nell'anziano, problema particolarmente importante per il numero elevato di fratture, solo a Verona se ne segnalano due al giorno, e l’alta mortalità e disabilità residua che vedono la frattura di femore come un evento della stessa importanza dell'ictus e dell'infarto. Nel convegno verrà discusso il progetto per diminuire considerevolmente sia la mortalità sia la disabilità operando le fratture di femore dell'anziano entro 48 ore. Nell'Azienda ospedaliera universitaria integrata è stato portato a termine tale progetto, che la colloca ai primi posti a livello nazionale, grazie al contributo di tante professionalità, soprattutto delle Ortopedie dirette dal dott. Andrea Scalvi e dal prof. Bruno Magnan, della prima Geriatria diretta dal dott. Carlo Ruggiano e dalla Riabilitazione diretta dal dott. Pier Alberto Pernigo. All’Azienda Ospedaliera è stata inoltre istituita tre anni fa la sezione di Ortogeriatria per pazienti clinicamente instabili, operati di frattura di femore sotto la responsabilità del dott. Luigi Residori.