Il percorso veronese che sarà proposto domenica 16 ottobre per Fai Marathon 2016 prevede visite guidate a tre siti significativi della città: Porta Vescovo, Bastione delle Maddalene e la Provianda Santa Marta, complesso di archeologia industriale di recente ristrutturazione e oggi sede dei dipartimenti di Economia aziendale, Scienze economiche e una parte di Scienze giuridiche nonché della nuova biblioteca economica Smec. Un progetto di restauro e ristrutturazione destinato non solo alla comunità accademica, ma all’intera città dato che l’opera rientra in un più vasto progetto di riqualificazione urbana di Veronetta, importante area storica della città.
Il restauro.I lavori sono iniziati a ottobre 2009. Si è proceduto alle opere di restauro e consolidamento con le lavorazioni di pulizia delle superfici murarie e il risanamento delle strutture murarie a volta e del sistema ligneo di copertura. I lavori hanno, inoltre, riguardato le partizioni vetrate, la scala metallica con gli ascensori di connessione verticale, le coperture delle corti e il complesso apparato impiantistico: centrale termica e sotto-centrali, impianto geotermico e distribuzioni interne.
Nell’ex Panificio trovano collocazione spazi dedicati a studenti, personale docente, ricercatore e personale tecnico amministrativo: aree destinate a funzioni diverse che si susseguono dal piano interrato al sottotetto. Al piano interrato trovano collocazione 8 laboratori didattici per 302 posti a sedere, un deposito libri di 540 mq che ospita un impianto a scaffali compattabili di 3600 metri lineari e una zona dedicata a una futura caffetteria di circa 350 mq. Al piano terra si trovano una hall di accesso e 11 aule didattiche per un totale di 758 posti a sedere e una zona destinata alle segreterie per gli studenti e per la didattica. Al primo e al secondo piano sono ospitati gli studi dei docenti e gli uffici del personale tecnico amministrativo per circa 160 postazioni lavoro e 7 aule didattiche dipartimentali di cui 3 per i dottorandi. All’ultimo piano trova collocazione una biblioteca di circa 2600 mq, con due sale consultazioni per complessivi 256 posti, un’emeroteca con 64 posti consultazione e 20 postazioni di lavoro dedicati ai servizi di bibliotecari. L’intera biblioteca è allestita con scaffali aperti in grado di ospitare circa 2500 metri lineari di volumi. Sono presenti, infine, ulteriori 30 postazioni lavoro riservate al personale docente dei dipartimenti.
Cenni storici. Lo stabilimento della Provianda di Santa Marta venne costruito dagli Austriaci tra il 1863 e il 1865 in un’area in cui, a partire dal 1212 circa, sorgevano una chiesa e l’annesso monastero. La chiesa, dedicata originariamente a Santa Maria Maddalena, divenne nel XIX secolo chiesa di Santa Marta a causa, probabilmente, di un errore di trascrizione nel catasto dei beni del convento e nello stesso periodo venne sconsacrata e venduta. Acquistata dai cappuccini passò infine nelle mani dell’autorità militare austriaca. Come ne suggerisce il nome, la Provianda era destinata alla produzione di pane e gallette, oltre che al deposito e all’amministrazione di altri generi di sussistenza per l’esercito austriaco impegnato nel nord Italia a contrastare le guerre d’indipendenza. Come è noto, tra il 1815 e il 1866 Verona era divenuta il perno del quadrilatero lombardo-veneto, una regione fortificata in piena pianura Padana i cui vertici erano le fortezze di Peschiera del Garda, Mantova, Legnago, Verona. Così la città scaligera divenne un’importante base logistica e di rifornimento per le forze asburgiche delle province italiane. Lo stabilimento della Provianda, costruito nell’area di Campo Marzio, progettato dagli architetti Andreas Ritter Tunkler, Anton Naredi Rainer e Ferdinand Artmann, si sviluppa in uno spazio rettangolare lungo via Cantarane e, originariamente, doveva consistere di tre edifici. Quello adibito ad entrata, tuttavia, non venne mai realizzato. Due corpi fabbrica affiancati e quasi identici, il Silos di Ponente e il Silos di Levante, costituivano invece i magazzini, progettati dagli architetti austriaci in modo da realizzare le migliori condizioni di temperatura e la miglior difesa contro l’umidità, la fermentazione e la proliferazione degli insetti. I due edifici originariamente erano uniti da ponti in ferro ed erano serviti a terra da un troncone ferroviario. Annesso al Silos orientale i progettisti avevano, inoltre, previsto un edificio di un solo piano dotato di dispositivi meccanici per la pulitura e la macinazione. L’edificio più importante del vasto complesso rimane l’ex panificio destinato alla produzione e alla cottura delle gallette e del pane. Esso serviva, inoltre, da deposito di farine e di altri prodotti, da ricovero e da officina di forni da campagna. È articolato in tre corpi, due laterali minori e uno centrale maggiore ai cui lati interni, formati da mura più spesse, si allineavano dodici forni separati dai corrispondenti spazi per l’impasto e l’infornata. Con il passaggio di Verona al Regno d’Italia lo stabilimento militare passò sotto la direzione del Regio Esercito che ne mantenne, almeno in parte, la funzione di forno per la panificazione. Da questo momento tuttavia inizia un progressivo ridimensionamento dell’attività di panificazione e gli edifici subiscono numerose trasformazioni. I forni austriaci vengono sostituiti da forni più moderni e solo uno dei due silos, quello di Levante, mantiene la funzione originaria, quello di Ponente invece viene trasformato. Dopo la Seconda Guerra Mondiale l’intero compendio perde la sua funzione produttiva mantenendo quella di deposito materiali e centro di verifica qualitativa delle dotazioni, prevalentemente vestiario, dell’Esercito Italiano.
Per maggiori informazioni sull’evento leggere FAI Marathon 2016: tra i 600 itinerari anche Verona
12.10.2016