La cerimonia di titolazione dell’aula magna di Scienze motorie alla memoria di Walter Bragagnolo si è tenuta giovedì 4 giugno, alla presenza del rettore Nicola Sartor, del direttore del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento, Andrea Sbarbati, del responsabile di Scienze motorie, Federico Schena, del presidente del collegio didattico di Scienze motorie, Carlo Zancanaro e dell’assessore allo Sport del Comune di Verona, Filippo Rando.
Scomparso lo scorso anno a ottantanove anni, Bragagnolo è stato in Italia un precursore della ricerca scientifica sul movimento umano, intuendo le potenzialità dello studio sull’apprendimento motorio (da lui teorizzato con la proposta del metodo M.A.E. Method Amplification Error), divenuto successivamente argomento approfondito anche in studi internazionali. Bragagnolo è stato professore di Metodologia dell’allenamento e Biomeccanica all’ISEF e Tecnico Nazionale di atletica leggera.
Il rettore, prima della scopertura della targa, lo ha ricordato per il ruolo attivo che ha avuto nella trasformazione verso le Scienze motorie universitarie e per la creazione a Verona di un importante polo didattico-scientifico. L’assessore Rando, plaudendo a nome dell’amministrazione comunale all’iniziativa dell’ateneo, ha citato le molte attività per lo sport cittadino che Bragagnolo ha realizzato e lo ha indicato come un esempio per i giovani sportivi.
L’evento, fortemente voluto da Federico Schena, proseguito con alcuni interventi sulla figura di Bragagnolo moderati da Carlo Zancanaro e dal giornalista Adalberto Scemma, si è svolto alla presenza di una nutrita platea di persone: familiari, amici, colleghi, numerosi suoi allievi, tra cui spiccavano importanti ex atleti e atlete veronesi.
Bragagnolo è stato ricordato dalla sua allieva e docente di Scienze motorie, Chiara Milanese, come ricercatore del movimento umano, dai professori Carlo Morandi e Antonio Cevese, come promotore di Scienze motorie Verona, dal direttore della Scuola regionale dello Sport Veneto, Dino Ponchio, come tecnico nazionale di Atletica leggera, e dal discobolo e pesista quattro volte campione italiano, Luciano Zerbini, come guida per i “suoi” atleti.
Ne è scaturita una rappresentazione a tutto tondo: uomo carismatico, sensibile, instancabile studioso, professionista di grande cultura, intuitivo (era soprannominato il “mago”) e rivoluzionario. Walter era una persona coraggiosa e lungimirante: a lui si deve la trasformazione dell’Isef in Scienze Motorie alla fine degli anni Novanta.
Milanese ha puntato l’attenzione sugli studi e le ricerche di Bragagnolo. “Il ‘Profe’ aveva sempre risposte pronte e precise per qualsiasi problematica legata al movimento. Fu uno dei primi ad attaccare il dualismo cartesiano e la teoria di stampo sovietico sulla periodizzazione del processo di allenamento. La sua competenza era trasversale in tutti gli sport dall’atletica al golf. Dava molta importanza alla modalità di esecuzione del gesto motorio al fine di salvaguardare le strutture osteoarticolari e muscolari dell’atleta. Fu rivoluzionaria la sua teoria secondo la quale un errore forzatamente amplificato fa migliorare il pattern motorio”.
Dagli interventi sono emerse storie di vita quotidiana, aneddoti simpatici, raccontati dal suo atleta Zerbini e la grande capacità di sperimentare idee nuove, attraverso “una conoscenza che si attiva soltanto nel confronto” come ha sottolineato Ponchio.
“La titolazione dell’aula a Bragagnolo è il riconoscimento simbolico e fattivo della sua autorevolezza e dell’umanità e competenza di chi con generosità si è speso per le scienze motorie un vero ponte tra l’importante esperienza passata dell’ISEF veronese e l’attuale qualità scientifica e didattica delle Scienze Motorie dell’università di Verona riconosciuta a livello nazionale ed internazionale”, ha cconcluso Schena.