Oltre 1000 studi clinici in corso, 467 nuovi protocolli per la sperimentazione clinica, 300 nuovi studi clinici valutati dal Cesc ogni anno, 18 sperimentazioni cliniche per lo sviluppo di nuovi farmaci e vaccini contro il Sars – Cov 2, a cui si aggiungono quattro progetti europei finanziati nell’ambito di Horizon 2020, un bando Aifa per la sperimentazione degli anticorpi monoclonali e tre studi nazionali e internazionali sul Covid-19. Sono i numeri della ricerca scientifica che parte da Verona e coinvolge gruppi nazionali e internazionali grazie alla collaborazione tra l’Ateneo e l’Azienda ospedaliera universitaria di Verona.
I dati sono stati presentati il 3 febbraio, nella Sala Marani dell’Aoui dal direttore Callisto Marco Bravi e dal presidente della Scuola di Medicina e chirurgia dell’Ateneo, Giuseppe Lippi. Presente anche la direttrice dell’Unità operativa di Controllo di gestione dell’Azienda ospedaliera, Valeria Perbellini.
“La stragrande maggioranza della ricerca condotta nell’Area medica – ha spiegato il professor Lippi – è ricerca clinica resa possibile solo grazie alla presenza di una struttura ospedaliera di supporto. La sinergia tra il nostro ateneo e l’Azienda ospedaliera dura da 53 anni; una virtuosa collaborazione che ha reso possibile, nel tempo, la nascita di due poli ospedalieri, prima Borgo Roma e poi Borgo Trento, che hanno garantito e garantiscono assistenza, formazione e didattica di qualità grazie anche alla ricerca”.
Un’azienda, quella ospedaliera universitaria scaligera, che ogni giorno accoglie 19 mila persone con 1215 posti di ricovero ordinario, 124 posti destinati al day hospital, grazie alle professionalità presenti nelle 91 Unità operative complesse e nelle 26 Unità semplici dipartimentali.
“Voglio sottolineare come, nonostante la pandemia, grazie all’impegno di tutto lo staff, personale sanitario e amministrativo – ha affermato il direttore Bravi – siamo riusciti a garantire al territorio, e non solo, assistenza e presa in cura delle pazienti e dei pazienti. Abbiamo effettuato tutte le prestazioni, in particolare quelle con classe di priorità, rispondendo al 96% delle richieste di assistenza da erogare entro 10 giorni. Siamo anche soddisfatti che le persone abbiano ripreso a rivolgersi al Pronto Soccorso dove, nel 2020, si era assistito a una drastica riduzione degli accessi, in particolare per i casi di minore gravità, che sono tornati ad aumentare in percentuale nel 2021 con oltre 18 mila accessi con ricovero. Questo indica che c’è meno paura di accedere agli spazi ospedalieri. Per quanto riguarda, invece, gli interventi abbiamo sempre garantito, l’aspetto di emergenza urgenza con particolare riguardo alla chirurgia oncologica che, secondo i dati rilevati dall’indagine dal Laboratorio Management e Sanità, MeS della Scuola Superiore Sant’Anna, pongono l’Azienda ospedaliera universitaria di Verona al di sopra delle media nazionale”.
Le pubblicazioni scientifiche dell’Aoui condotte dai ricercatori universitari e ospedalieri, nel corso del 2021, sono 1984 contro le 1887 dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova. Una produzione di tutto rispetto, in crescita costante dal 2018, con 1222 condotte in quell’anno, 1259 nel 2019 e 1623 nel 2020 (contro, rispettivamente, 1062, 1147 e 1446 pubblicazioni dell’Aou padovana). “Numerose quelle sul Covid -19 – ha aggiunto Lippi – che hanno assorbito parte della nostra attività di ricerca clinica: oltre 700 tra il 2020 e il 2021 e 35 quelle già avviate nel 2022. Numeri che ci collocano nella “Top five” a livello nazionale per gli studi nel settore”.
In aumento, nel biennio 20-21, gli studi clinici sperimentali valutati dal Comitato etico per la sperimentazione clinica di Verona e Rovigo, Cesc. Si tratta di un incremento dovuto alla presenza importante degli studi Covid-19 correlati, nello specifico, 102 nel 2020 e 48 nel 2021. In ambito terapeutico la maggior parte degli studi sperimentali con farmaco valutati dal Cesc sono stati condotti nell’area Onco-ematologica dove, anche in questo caso, in conseguenza alla pandemia, sono il settore immunologico e quello delle malattie infettive a registrare la maggior produzione.
La collaborazione tra l’ateneo e l’Azienda ospedaliera universitaria non si ferma alla ricerca ma coinvolge anche la formazione delle studentesse e degli studenti di Area medica, e i tirocini delle specializzande e degli specializzandi. “Un ringraziamento va all’azienda ospedaliera per l’ospitalità alla nostra comunità studentesca iscritta ai diversi corsi di laurea di ambito medico, a oggi circa 2760 studentesse e studenti cui si aggiunge una componente variabile dei nostri specializzandi, tra i 1600 e i 1900, che fanno il loro tirocinio nella rete formativa territoriale tra l’Azienda ospedaliera e altre strutture sanitarie”.
“Se abbiamo raggiunto questi risultati – ha concluso Bravi – è stato per la grande professionalità e capacità di abnegazione di tutte il personale, sanitario e amministrativo, che hanno lavorato, con fatica in questi anni di emergenza, e che sono felici di poter riprendere appieno l’attività assistenziale anche per i pazienti non Covid-19. Le sfide da affrontare sono tante, tra queste la digitalizzazione, la robotizzazione e lo sviluppo di nuovi percorsi al servizio dei pazienti, che riusciremo ad attivare grazie alla collaborazione con l’università di Verona che è grande contenitore di competenze e conoscenze in altri numerosi settori e con cui lavoreremo, nel prossimo futuro, per dare vita a nuovi progetti in ambito di Intelligenza artificiale e telemedicina”.
R.D.