In occasione del Forum Regionale Compraverde è stata presentata la linea guida “Green Public Procurement (GPP) per un sistema tessile sostenibile”, per supportare le pubbliche amministrazioni negli acquisti sostenibili di prodotti tessili. Il documento si inserisce all’interno delle attività previste dal Protocollo d’Intesa sul Green Public Procurement (GPP) siglato tra la Regione del Veneto, l’università di Verona, gli altri atenei veneti, Unioncamere e ARPAV.
L’università di Verona ha partecipato all’iniziativa con i docenti Ivan Russo, David Bolzonella e Sara Toniolo, collaborando alla stesura della linea guida sui criteri ambientali minimi (CAM) dei prodotti tessili, evidenziando il ruolo cruciale della supply chain tessile e della sostenibilità per affrontare le sfide ambientali del settore.
L’industria tessile italiana e in particolare anche quella che riguarda gli indumenti di protezione personale, con la sua presenza significativa nel mercato, deve adottare misure concrete per garantire un futuro sostenibile. È necessario un impegno collettivo di tutti gli attori coinvolti, comprese le aziende, i fornitori, i consumatori e le istituzioni, per creare un cambiamento reale e duraturo.
Negli ultimi anni, l’industria tessile italiana ha affrontato diverse sfide legate alla globalizzazione e alla sostenibilità. Con oltre 171.000 aziende attive nel settore, l’Italia ha una presenza significativa nel mercato tessile, ma l’importazione di prodotti tessili e di abbigliamento rimane un aspetto importante per l’industria italiana. I principali paesi di importazione dei prodotti tessili sono la Cina, la Turchia e la Germania, mentre le importazioni di articoli di abbigliamento derivano soprattutto dalla Cina, dal Bangladesh e dalla Spagna.
Una delle sfide più urgenti per l’industria tessile è l’adozione di un modello di economia circolare unitamente alla diminuzione degli impatti ambientali determinati dall’uso della risorsa idrica e dal suo trattamento prima di restituirla all’ambiente. L’aumento della produzione tessile ha comportato un aumento del consumo di risorse non rinnovabili e della generazione di rifiuti. L’idea di un’economia circolare, in cui i materiali vengono riutilizzati e riciclati all’interno del sistema economico, offre un potenziale significativo per migliorare la sostenibilità del settore tessile.
Il Piano d’Azione per l’Economia Circolare della Commissione Europea sottolinea l’importanza di affrontare questa sfida specifica nel settore tessile. Ciò implica una riprogettazione dei prodotti per aumentare la loro riciclabilità e prolungare la loro durata di vita attraverso il riutilizzo e la riparazione. Inoltre, è essenziale evitare la distruzione dei prodotti invenduti o resi, al fine di ridurre lo spreco di valore e di risorse lungo l’intera supply chain.
La sostenibilità nella supply chain tessile richiede un approccio completo, che comprenda anche i processi di fabbricazione. Ridurre il consumo di materie prime, la generazione di rifiuti e le emissioni nell’atmosfera e nei corpi idrici rappresenta una sfida significativa per il settore. Inoltre, la gestione dei tempi dei cicli produttivi e logistici, insieme alla selezione di fornitori affidabili e informati, sono elementi cruciali per garantire un flusso di approvvigionamento efficiente e sostenibile.
Per raggiungere questi obiettivi, è importante utilizzare strumenti appropriati per valutare i costi e l’impatto ambientale lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti tessili. Il Life Cycle Costing (LCC) e il Life Cycle Assessment (LCA) sono due strumenti di gestione del ciclo di vita che consentono alle aziende di valutare gli aspetti economici e ambientali dei loro prodotti. L’LCC analizza i costi significativi lungo la supply chain, considerando anche la gestione del fine vita dei prodotti. L’LCA, invece, misura gli impatti ambientali dei prodotti, processi e servizi nel corso del loro ciclo di vita.
Attraverso l’adozione di strumenti come il Life Cycle Costing (LCC) e il Life Cycle Assessment (LCA), è possibile valutare gli aspetti economici e ambientali dei prodotti tessili e individuare opportunità di miglioramento. È tempo di agire con responsabilità e di costruire una supply chain tessile sostenibile, che porti benefici non solo all’ambiente, ma anche all’economia e alla società nel suo complesso. È il momento di fare la differenza.
Contributo di Ivan Russo, docente di Economia e gestione delle imprese nel dipartimento di Management, David Bolzonella, docente di Impianti chimici nel dipartimento di Biotecnologie, e Sara Toniolo, docente di Economia e gestione delle imprese nel dipartimento di Management