Il nucleare può contribuire allo sviluppo del nostro pianeta e allo stesso tempo convivere con le risorse rinnovabili? La risposta è: sì. Ne è convinto Alessandro Dodaro capo dipartimento di fusione e tecnologie per la sicurezza nucleare dell’Enea, intervenuto il 6 marzo nella Sala Verde di Ca’ Vignal in occasione dell’incontro del ciclo “Pillole di sostenibilità promosso dalla commissione Rus dell’università di Verona.
Durante l’evento, coordinato da Alessandro Romero, docente di Fisica sperimentale del dipartimento di Informatica, Dodaro ha illustrato il lavoro della sua agenzia e quali i progetti futuri.
“Nel 2022 in Italia si è prodotto il 25% del fabbisogno nazionale nel consumo di carbone e gas, mentre il restante 75% è dipeso dal mercato europeo elettrico e delle materie prime – ha detto Dodaro – L’obiettivo iniziale è la diminuzione da questa dipendenza fino al 45% e con un obiettivo più a lungo termine di un mix futuro con il 70% di energie rinnovabili e il 30% di non rinnovabili. La tecnologia più futuribile è la fusione nucleare, che permette di usare fonti rinnovabili in quanto il combustibile è praticamente quasi illimitato e sempre disponibile, genera pochi rifiuti radioattivi a lunga vita, ha un grosso impatto energetico ed è privo di gas serra, ottenuta con il confinamento magnetico di un gas ionizzato in una macchina chiamata tokamak dove l’idrogeno viene riscaldato a 150 milioni di gradi e quindi gli atomi sono portati a fondere formando e.”
In questo momento è in costruzione in Francia il reattore International Thermonuclear Experimental Reactor Iter, finanziato da Europa, Giappone, Russia, Stati Uniti, Cina, Corea del Sud e India”. “L’obiettivo – ha spiegato Dodaro – è di dimostrare la fattibilità scientifica e tecnologica della fusione nucleare e cercare di ottenere 500 Mw su 50 Mw iniettati all’interno del reattore. Unendo questo reattore all’impianto Divertor Tokamak Test Dtt, il cui scopo è quello di esplorare e testare fisica e tecnologia necessarie per raffreddare il plasma dei futuri reattori a fusione, si sta finalizzando il progetto DEMOnstration Power Plant Demo, il primo reattore che potrà generare energia elettrica in rete”.
Inoltre, per quanto riguarda la fissione, c’è un progetto tra un consorzio NewCleo ed Enea per realizzare a Brasimone un prototipo di impianto nucleare di quarta generazione. Dal momento che il nucleare è bandito in Italia, il “nocciolo” verrà sostituito da una resistenza elettrica per testare tutta la parte termodinamica ed essere pronti nella costruzione di nuove centrali all’estero ed eventualmente nel nostro Paese.
“I vantaggi del nucleare sarebbero la bassa produzione delle emissioni di Co2, una migliore occupazione del suolo, le applicazioni termiche e uso del calore per scopi industriali”, ha concluso Dodaro. “Gli obiettivi che ci siamo posti saranno consolidare il quadro di conoscenza di base della fisica al plasma, affrontare e risolvere le sfide tecnologiche e finalizzare il progetto Demo, anche se è ancora un luogo comune aver paura del nucleare in quanto si ha poca comprensione della materia”.
Il prossimo appuntamento con Pillole di sostenibilità dal titolo Verde urbano e benessere delle persone si terrà giovedì 16.30 nella Sala Verde di Ca’ Vignal in strada Le Grazie.