Il rugby in carrozzina è una disciplina Paralimpica riservata ad atleti con disabilità fisica. Si pratica con l’ausilio di specifiche carrozzine da gioco in un campo da pallacanestro utilizzando un pallone da pallavolo. Le regole del rugby in carrozzina combinano elementi di discipline sportive diverse ispirandosi al rugby, alla pallacanestro e all’hockey su ghiaccio.
La disciplina è praticata da atleti con lesione midollare a carico del tratto cervicale, paralisi cerebrale, amputazioni multiple o altre condizioni fisiche comparabili. La severità del limite funzionale deve essere tale da consentire agli atleti di gestire la palla e la carrozzina durante lo svolgimento del gioco.
Per il secondo anno consecutivo, la sede di Scienze motorie del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento ospiterà nei mesi di agosto e settembre un ciclo di raduni pre-europeo della nazionale italiana di rugby in carrozzina capitanata da Davide Giozet. I raduni sono organizzati in collaborazione con la Federazione italiana sport paralimpici e sperimentali – Fispes e il Centro universitario sportivo Verona – Cus.
Gli azzurri e le azzurre, squadra mista, giovane e dinamica, guidata da Franco Tessari, si alleneranno al Palazzetto Gavagnin nei fine settimana del 23-25 agosto, 6-8 e 20-22 settembre; il venerdì gli allenamenti si terranno dalle 18.00 alle 20.30, il sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 18.00 alle 20.00 e la domenica nella fascia oraria 9.30-12.30.
Nell’ambito del raduno, un team multidisciplinare di ricercatori e ricercatrici dell’ateneo veronese, coordinati dalle docenti Chiara Milanese e Valentina Cavedon, effettueranno una serie di test funzionali utili allo staff della squadra per valutare il livello di preparazione di ciascun atleta e dell’intero gruppo. Contestualmente la squadra si allenerà in vista dell’imminente Campionato europeo di rugby in carrozzina in programma dal 29 settembre al 6 ottobre in Finlandia.
“Le iniziative di questo tipo e la ricerca scientifica che ne consegue – spiega Valentina Cavedon, ricercatrice in Metodi e didattiche delle attività sportive del dipartimento – hanno lo scopo di promuovere una cultura dello sport incentrata sull’inclusione e la valorizzazione della pratica sportiva per tutte e tutti. Le sedute di allenamento della Nazionale sono aperte al pubblico per coinvolgere le persone e sensibilizzarle sullo sport adattato che è sinonimo di benessere psico-fisico e sociale e veicolo, appunto, di una cultura dell’inclusione. Oltre ai benefici sotto il profilo della salute, da un punto di vista sociale, praticare uno sport adattato rappresenta un’occasione per conoscere nuove persone, stringere legami, confrontarsi con persone che hanno un vissuto simile, riacquistare autodeterminazione. In virtù delle sue peculiarità, lo sport adattato porta con sé un messaggio intrinseco di grande valore educativo, importante sia per chi lo sport lo vive da protagonista ma anche per chi ne entra in contatto come spettatore. In particolare, praticare o osservare da vicino lo sport adattato può diventare un’esperienza di crescita personale unica che porta a concepire lo sport e approcciarsi al movimento da un altro punto di vista, prima poco o non conosciuto.
Le giornate del raduno saranno concomitanti con le Paralimpiadi di Parigi. Il rugby in carrozzina ha esordito come disciplina dimostrativa ai Giochi paralimpici di Atlanta nel 1996, diventando poi disciplina paralimpica a Sydney nel 2000. In Italia il rugby in carrozzina approda solamente nel 2011 ma in questi 13 anni la nostra giovane nazionale è cresciuta notevolmente e sta iniziando a raccogliere delle belle soddisfazioni anche nel panorama internazionale: lo scorso anno gli azzurri si sono laureati Campioni d’Europa, vincendo in finale contro l’Austria. La speranza è di vederli debuttare alle Paralimpiadi del 2028”.