Questa settimana la Fondazione Penta Ets ha ufficialmente lanciato il progetto Pipeline, un’iniziativa all’avanguardia volta a migliorare la preparazione e la risposta alle infezioni che colpiscono le donne in gravidanza e i neonati. Questa collaborazione unisce ricercatori, medici e istituzioni di diversi Paesi, uniti da un impegno condiviso per migliorare la salute di questi segmenti di popolazione trascurati nella ricerca clinica.
Il bisogno di un progetto come Pipeline è più urgente che mai. Le recenti pandemie hanno evidenziato lacune significative nella ricerca clinica, dove le donne in gravidanza e i neonati sono scarsamente rappresentati. Ciò si traduce in ritardi inaccettabili nella produzione di dati sull’efficacia e la sicurezza delle misure preventive e terapeutiche in queste popolazioni. Il progetto Pipeline mira ad affrontare queste sfide istituendo una piattaforma solida e sostenibile per la conduzione di studi clinici adattativi, ovvero studi che possono essere modificati durante lo svolgimento in base ai dati emergenti, garantendo che la salute materno- infantile sia prioritaria nella ricerca futura.
Un elemento chiave dell’iniziativa Pipeline è uno studio di fattibilità sul vaccino contro il virus respiratorio sinciziale (RSV) nelle donne in gravidanza e nei neonati. Questo studio clinico adattativo affronterà una priorità critica di salute pubblica nell’Ue, poiché l’Rsv è una delle principali cause di malattie respiratorie nei bambini piccoli. Valutando la sicurezza e l’efficacia delle strategie di immunizzazione, lo studio Pipeline sull’Rsv mira a produrre dati fondamentali che orientino la pratica clinica e le politiche di sanità pubblica, contribuendo a ridurre il numero di casi di malattia da Rsv e di conseguenza il carico sui servizi sanitari.
“Pipeline rappresenta un passo avanti nella comprensione di come proteggere e trattare le donne in gravidanza e i neonati durante le crisi sanitarie”, ha affermato Carlo Giaquinto, coordinatore del progetto Pipeline per la Fondazione Penta Ets e docente di Pediatria all’università di Padova. “Promuovendo la collaborazione a livello europeo, saremo in grado di massimizzare l’impatto della nostra ricerca, sfruttando le diverse competenze e risorse disponibili per sviluppare soluzioni innovative che vadano a beneficio delle popolazioni sottorappresentate”.
Questo studio prevede la collaborazione con l’Anrs-mie (Agenzia francese per la ricerca sulle malattie infettive e emergenti) e sarà condotto contemporaneamente in Francia sotto il coordinamento dell’università Paris Cité e con l’ospedale di Annecy come sponsor dello studio. Questa collaborazione testimonia la dedizione del consorzio Pipeline a coltivare partnership di valore. Unendo le forze, Pipeline mira a raggiungere risultati significativi che migliorino la salute pubblica e pongano le basi per future collaborazioni di ricerca.
La piattaforma Pipeline utilizzerà metodologie all’avanguardia e un approccio interdisciplinare, che include studi osservazionali, scienze sociali e valutazione economica della salute. Per garantire una risposta rapida ed efficace alle minacce sanitarie emergenti e l’utilizzo a lungo termine delle infrastrutture del progetto, Pipeline istituirà una rete pionieristica di siti di sperimentazione clinica specificamente formati per condurre ricerche che coinvolgono donne in gravidanza e neonati. Riunendo esperti di diverse discipline e utilizzando reti esistenti come Penta, Ecraid, Vaccelerate e conect4children – c4c, Pipeline creerà un ecosistema di ricerca dinamico, pronto ad attivare e condurre studi di alta qualità in donne in gravidanza e neonati.
“La nostra ambizione non si limita a condurre studi clinici adattativi specifici focalizzati sulla prevenzione e/o il trattamento delle infezioni emergenti in gravidanza e nella prima infanzia, ma mira anche a offrire risorse ai ricercatori per migliorare la partecipazione delle donne in gravidanza agli studi clinici “, ha dichiarato Claire Thorne, co-coordinatrice scientifica di Pipeline, docente di Epidemiologia delle malattie infettive all’University College London e vice presidente della Fondazione Penta Ets.
Inoltre, Pipeline riconosce l’importanza di rafforzare le capacità di ricerca. “Potenziando i centri di ricerca della nostra rete con una formazione adeguata sulla conduzione di studi clinici adattativi, possiamo guidare l’innovazione nella ricerca su popolazioni sottorappresentate negli studi, come le donne in gravidanza e i neonati”, ha affermato Patricia Bruijning-Verhagen, responsabile delle attività di rete di Pipeline, pediatra ed epidemiologa all’Umcu di Utrecht in Olanda. Il progetto implementerà programmi di formazione per fornire a medici, operatori sanitari e ricercatori le competenze necessarie per condurre studi clinici adattativi di alta qualità in queste popolazioni.
Il contributo a lungo termine del progetto Pipeline va oltre i risultati immediati della ricerca. Istituendo un quadro sostenibile per la ricerca sulla salute materno-infantile, il progetto mira a influenzare le politiche, migliorare la pratica clinica e preparare i sistemi sanitari in tutta Europa alle future pandemie ed emergenze sanitarie.
“La visone per il futuro del Consorzio Pipeline è che questa rete costituisca la base per una collaborazione globale, garantendo che le donne in gravidanza e i neonati ricevano le migliori cure possibili, indipendentemente dal luogo in cui vivono”, ha dichiarato Ali Judd, co-coordinatore scientifico di Pipeline presso la Fondazione Penta Ets e docente di epidemiologia presso l’University College London.
L’Università di Verona partecipa al progetto in qualità di partner tramite l’Unità di malattie infettive, contribuendo allo sviluppo e all’implementazione della piattaforma Pipeline per studi clinici su bambini e donne in gravidanza. «Il nostro gruppo si occuperà di supportare lo sviluppo dei protocolli di ricerca, analizzando i bisogni clinici dei pazienti e le evidenze scientifiche mancanti», spiega Evelina Tacconelli, docente di Malattie infettive dell’università di Verona. «Il nostro obiettivo è identificare precocemente i bisogni clinici delle popolazioni vulnerabili, facendo tesoro dell’ampia esperienza maturata durante la pandemia di Covid-19″.
Il progetto Pipeline è destinato ad avere un impatto duraturo sulla salute materna e infantile, stabilendo un nuovo standard per la ricerca clinica in Europa e a livello globale.
Guidato dalla Fondazione Penta Ets – Penta, il Consorzio Pipeline è composto da 16 partner di fama internazionale in ambito di ricerca sulla salute materno-infantile, che lavoreranno insieme per i prossimi 4 anni. Comprende: Scuola di medicina dell’ospedale St. George’s – Sgul (Regno Unito), Centro medico universitario di Utrecht – Umcu (Paesi Bassi), University College London – Ucl (Regno Unito), Università di Roma Tor Vergata – Unitov (Italia), Università di Anversa – Uantwerpen (Belgio), Istituto nazionale della salute e della ricerca medica – Inserm (Francia), Fondazione conect4children – c4c-S (Paesi Bassi), Fondazione Isl (Italia), Servizio sanitario della regione di Madrid – Sermas (Spagna), Alleanza europea per la ricerca clinica sulle malattie infettive – Ecraid (Paesi Bassi), Università di Verona (Italia), Resvinet (Paesi Bassi), Università di Paris Cité (Francia), Centro ospedaliero Annecy Genevois – Chag (Francia) e Scuola di studi avanzati in sanità pubblica – Ehesp (Francia).
Il progetto Pipeline è finanziato dall’Unione europea. Le opinioni espresse sono tuttavia solo quelle degli autori e non riflettono necessariamente quelle dell’Unione europea o dell’Agenzia esecutiva europea per la salute e il digitale (Hadeo). Né l’Unione europea né l’autorità competente possono essere ritenute responsabili per esse.
Contributo a cura dell’ufficio stampa Fondazione Penta Ets