“Oltre l’ideologia della crisi: lo sviluppo l’etica e il mercato. Alcune considerazioni a dieci anni dalla morte di Giorgio Zanotto”. È il titolo del convegno che si è tenuto nell’ Aula Magna del polo didattico che porta il suo nome, in occasione del decennale delle morte dell’ex sindaco della città.
Zanotto e l'università. Giorgio Zanotto è stato una delle personalità di spicco della storia veronese del Novecento. C'era anche lui quando, nel 1959, venne proposto in Consiglio comunale di istituire la libera facoltà di Economia e Commercio, il primo passo verso la nascita dell’università scaligera che ha da poco celebrato i suoi cinquant’anni.
Il convegno. All’evento, organizzato dalla Fondazione Giorgio Zanotto e dalla Banca popolare di Verona, hanno partecipato Carlo Fratta Pasini, presidente del Banco popolare, Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera, Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste, Antonio Calabrò, direttore della Fondazione Pirelli, Hervè Guider, direttore generale dell’European Association of Co-operative Banks, Roberto Cusmai già dirigente della Banca d’Italia e rappresentante per l’Italia della Commissione Europea Educazione e Finanza e Alessandro Azzi, presidente di Federcasse.
Erano presenti anche la moglie dell’ex sindaco, Giovanna Zanotto Tanara e il figlio Paolo.
“Questo convegno – ha spiegato Romano Tavella, segretario generale della Fondazione Giorgio Zanotto – ha rappresentato un’occasione per ricordare con affetto ed amicizia una grande personalità. Seguendo l’esempio e l’insegnamento di Zanotto, la Fondazione in tutti questi anni ha dato vita a numerose iniziative di studio e ricerca.
L’ambizione che ci muove è quella di diventare “enzimi di cultura” per una società civile che, come Zanotto non cessava di insegnarci, deve mettere in cima ai suoi pensieri sempre l’uomo”.