Tubercolosi: una malattia infettiva che in Italia sembrava ormai dimenticata da anni. Quello che non si può ignorare però è che, nonostante i progressi della medicina, la TBC è una realtà che colpisce ancora oggi un terzo della popolazione, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
Questa malattia non può continuare ad essere dimenticata, per questo Medici senza frontiere ha deciso di accendere i riflettori sulla TBC, e di raccontare le storie e i volti di chi ogni giorno lotta contro questo male e per farlo, ha scelto le opere di grandi fotografi come Brendan Bannon, Chris de Bode, Misha Friedman, Alexander Glyadyelov, Robert Knoth, Joachim Ladefoged, Julie Rémy, Dieter Telemans, Juan Carlos Tomasi.
Dal 23 novembre al 22 gennaio gli scatti saranno in mostra alla Biblioteca Meneghetti di Verona, con il patrocinio dell’Università di Verona e del quotidiano L’Arena. Medici senza frontiere chiede al governo di aumentare i fondi per la ricerca di nuovi farmaci e di nuovi strumenti diagnostici per combattere la TBC e di promuovere un maggior impegno nella lotta alla tubercolosi e alle altre malattie dimenticate.
La tubercolosi è stata presente negli umani sin dall’antichità; la prima scoperta certa del Mycobacterium tuberculosis è nei resti di un bisonte di circa 18.000 anni fa. Prima della Rivoluzione industriale era spesso associata al vampirismo poiché le persone che ne soffrivano mostravano sintomi simili a quelli che si pensavano essere i tratti vampirici.
Oggi è il Sudafrica il paese con maggiore concentrazione di tisi, il nome moderno dell’epidemia, ma a causa dell’emergere dell’HIV e dell’aumento dell’uso di droga, un ritorno della malattia è avvenuto, intorno agli anni ’80, anche nei paesi sviluppati.