La filosofia è uscita dalle aule accademiche e riempie piazze e teatri. Ne è buon testimone Emanuele Severino, pensatore fra i più acuti dell’epoca contemporanea, che ha partecipato al festival “Infinita…mente”. Sarà alle 15 all’auditorium della Gran Guardia, con la conferenza “Origini della coscienza e coscienza dell’origine”.
La Gran Guardia quest’anno è stata scelta per alcuni incontri dagli organizzatori –Università e Assessorato alla Cultura – proprio per offrire uno spazio più ampio al pubblico. Come si spiega questa passione per una disciplina, apparentemente così distante dalla quotidianità, che travolge anche i non addetti ai lavori?
“E’ un fenomeno che probabilmente non si verificherebbe negli Stati Uniti – risponde Severino –In Europa forse si sta facendo strada la percezione che ci sia un tipo di sapere, la filosofia appunto, che dalla sua nascita ha unito il carattere interessante dei problemi che indaga – legati alla nostra esistenza e alle domande che ci poniamo circa il nostro destino di esseri umani –al rigore razionale del metodo con cui essi vengono discussi” Tali domande, spiega Severino, venivano demandate tradizionalmente solo all’ambito religioso, mentre la scienza sembra occuparsi di questioni distanti dall’uomo. “La filosofia supera il contrasto fra ciò che è interessante per l’uomo e la possibilità di applicare un metodo scientifico all’indagine sui temi inerenti l’uomo”, afferma il professore.
Ma in che rapporto sono oggi filosofi e scienziati?
“Io credo che ancora non siano riusciti a capire la natura del loro rapporto. Da un lato la filosofia sta mettendo in discussione l’intera tradizione del pensiero occidentale e dall’altro la scienza sviluppa quell’applicazione pratica che si chiama tecnica che, fino a quando non sarà legittimata dal pensiero filosofico, sarà gestita dalle grandi ideologie derivanti dalla tradizione. Filosofia e tecnica arriveranno in futuro a capire la loro essenziale complementarietà”.
Veniamo al tema della sua conferenza di sabato: cos’è la coscienza professore?
“Il sapere scientifico tratta la coscienza come una fra le cose che compare ad un certo punto della storia dell’universo. Ma in questo modo non ci si rende conto che la coscienza è il nostro sguardo sull’universo, l’orizzonte in cui accade anche il tempo. Non siamo il prodotto effimero del tempo, ma è proprio la nostra coscienza il trono da cui si vede, sovrastandolo, il fluire del tempo”.