Giuseppe Favretto, ordinario di Organizzazione Aziendale, Serena Cubico, ricercatrice, Piermatteo Ardolino, dottorando, e Maddalena Formicuzzi formatore e dottoranda, sono gli autori del volume che raccoglie i dati della ricerca ‘Orientamento imprenditoriale e al lavoro autonomo tra gli studenti dell’Università di Verona’.
La ricerca. Il progetto di ricerca presentato nel volume invita ad approfondire la tematica della creazione di impresa nell’ambiente in cui i giovani e le donne maturano la scelta professionale: l’università. In particolare si dimostra interessante approfondire lo studio della creazione di impresa in chi proviene dalle cosiddette lauree deboli, in quanto più esposti di altri alla difficoltà nell’inserimento professionale. Si confermano anche le differenza di genere , ed è stato importante analizzare la questione alla luce delle pari opportunità: esistono specifiche difficoltà e vantaggi per le donne che scelgono di fare impresa? Inoltre è stato interessante comprendere quale cultura e quale vocazione personale incidono maggiormente sula scelta imprenditoriale.
Il campione. Il campione è costituito per il 23% maschi, 76 % femmine, e l’1% non risponde. La distribuzione è spiegabile attraverso l’analisi delle facoltà scelte: Economia, Giurisprudenza, Architettura, Lettere e Filosofia, Lingue e Letterature straniere, Psicologia, Scienze della Formazione, Scienze Matematiche Fisiche e Naturali. Queste sono oltre il 95,4%. Inoltre il campione è composto in larga misura da studenti non ancora laureati, e il 35% risulta essere studente lavoratore, già al primo ciclo, con un’età media di 22.36 anni. Ma una volta laureato qual è la possibilità di trovare una collocazione professionale soddisfacente? A questa domanda, una delle più cruciali, in generale gli intervistati si dichiarano abbastanza (44%) o poco convinti (41%) di trovare una collocazione soddisfacente, solo il 9% sono molto convinti.
I numeri. Sei un imprenditore o lavoratore autonomo? Alla domanda l’89% ha risposto di no, solo il 3% si, e il 63% non ha mai pensato di aprire nè un’impresa nè una partita iva. Ma quanti studenti si dichiarano imprenditori? Solo il 2,9% e il 62,9% non ha mai pensato di aprire un’impresa. Il 20,5% non si vede per nulla imprenditore tra 5 anni, e tra 10 solo il 10,4% si vede sicuramente imprenditore. Ma le difficoltà sono le stesse per una donna e per un uomo? Sembra di no: il 20,54% risponde per nulla, il 35,89% poco, il 29,11% abbastanza. Il 37% non conosce per nulla le tappe necessarie per avviare un’impresa, e le idee sono discordanti anche per quanto riguarda il capitale minimo per avviare un’impresa.
Considerazioni e sviluppi finali. Il lavoro ha voluto evidenziare l’importanza dell’imprenditoria nello sviluppo socio-economico e il significato delle caratteristiche personali dell’imprenditore o del futuro imprenditore. I dati emersi suggeriscono riflessioni su possibili ambiti di ricerca e intervento. Il campione di 560 soggetti ha evidenziato come sia necessario che avvenga una stretta relazione con il territorio, perché l’impresa non può prescindere dalle relazioni con le diverse parti: gli enti, le banche, le università, cioè tutti quei soggetti pubblici e privati che hanno intenzione e l’interesse dello sviluppo del lavoro, dei giovani e delle imprese.