L’incontro del Vescovo di Verona con l’ateneo si è svolto nella biblioteca “Arturo Frinzi”. Il vescovo lo aveva dedicato con particolare attenzione a noi giovani universitari.
Il saluto e l’accoglienza cordiale del Rettore Alessandro Mazzucco ha testimoniato un clima sereno e disteso. La presidente del consiglio degli studenti Cena Carlotta, ha affermato l’importanza di questo di questo incontro per ridare speranza e convinzione del vero obiettivo universitario di noi giovani. Un impegno da protagonisti che devono “guardare lontano”. Una continua ricerca per il bene comune compiuta con unità e non individualismo.
Quella del vescovo poi è stata una relazione semplice che ha colpito l’intera platea, si è presentato come un pastore desideroso di dialogare e di confrontarsi con le diverse opinioni e ideologie. Non è stata una semplice ripresentazione della laicità, una revisione di affermazioni già sentite, ma potremmo dire una sua piena interpretazione da laico e cittadino, dell’impegno dell’uomo in una società che sembra non avere più solidi punti di riferimento.
Partendo dall’etimologia della parola “laico”il Vescovo ci ha chiarito che il laico è il vero cittadino è colui che in democrazia fa parte davvero del “làos” cioè del popolo; la laicità perciò come area di condivisione di valori civici e morali e non di opposizione al cattolicesimo. Laicità come “minimo comune denominatore” seguita poi da ispirazioni differenti, che fra loro non devono sostituirsi o opporsi, ma ricercare il dialogo. Dialogo come un confronto di crescita personale e di società. Soltanto con la presenza del rispetto per tutto ciò che ci circonda nella quotidianità e della tolleranza si creerà quell’ “agorà” greca nella quale il “dialogo” sarà davvero “scambio di ragioni profondo”, interazione reale e reciproca. “Rispetto” e “tolleranza” non richiedono ipocrisia e astensione da ogni giudizio, ma giudizi equilibrati, meditati, uniti all’umiltà di ascoltare ed accogliere i pareri altrui. Nella convinzione che, ha poi affermato il vescovo, “la comune ragione, i comuni valori naturali, possano portare a punti d’incontro”, già precedentemente affermato da papa Benedetto XVI nel discorso di Ratisbona.
Il confronto è davvero punto di crescita per tutti. “Siamo noi laici, noi cittadini garanti dei valori civici” – ha aggiunto – come umus culturale nella ricerca della vera complementarietà ed integrazione”.
Proseguendo nella riflessione monsignor Zenti ha poi espresso l’impossibilità di confronto o discussione fra laici e cattolici in quanto hanno valori in comune e non in contrasto; è peculiarità poi del cattolicesimo di approfondirli e vederli come dono di Dio.
Auspichiamo che questo incontro, accompagnato dai magnifici brani di Bach eseguiti al sassofono da Donata Deflorian, possa tenere viva questa “fiamma” per poter portare luce in una cultura che manifesta un’esigenza di confronto, di promozione di un sapere che sia “sapienza capace di orientare l’uomo alla luce dei principi primi e dei suoi fini ultimi”, un sapere che illumini il futuro delle nostre vite.
Di Annadriana Cariani