Nell’aula T3 del Polo Zanotto agli studenti e ai molti curiosi presenti sono stati presentati due dei film in programma nella rassegna cinematografica Schermi d’amore. Presenti all'appuntamento il preside della facoltà di Lettere Guido Avezzù, l'assessore alla Cultura Erminia Perbellini. Alberto Scandola, ordinario di Storia e critica del cinema nell’ateneo scaligero, ha intervistato i registi per dare a tutti un’idea di cosa significhi ‘fare cinema’.
L’incontro. Schermi d’amore è un festival del cinema sentimentale e melò e, come tale, riflette sugli amori e sulla vita. Durante l’incontro sono stati proiettati due film: il primo, il cortometraggio “50 di questi giorni”, riflette sulle tematiche legate all’amore nelle persone con handicap psico-fisici, il secondo, “Qualcosa da condividere”, è un mediometraggio indipendente incentrato sulla vita di un ragazzo con una visione del mondo molto particolare. Scandola, con la sua verve pungente, ha dialogato con i registi per estrapolare loro segreti e retroscena che, guardando un film con gli occhi ingenui di spettatore, non si potrebbero immaginare.
50 di questi giorni. Il corto nasce nel 2008 dall’incontro del regista Samuele Trentini con Angelo Lascioli, aggregato di Scienze dell’educazione all’università di Verona. Il punto di partenza è stata la Convenzione dell’Onu sulla disabilità, che aveva tra i diritti fondamentali quello ad una vita affettiva e sessuale anche per i disabili. Essendo la sessualità un tema delicatissimo e inedito nel cinema italiano, il progetto intendeva svilupparlo da un punto di vista non retorico né buonistico ma corretto e soprattutto scientifico. Il risultato è un film corale fatto di tre episodi in cui l’immagine della sessualità nel mondo dei disabili ha una faccia cupa e complessa ma ha anche il volto dei giovani attori che le disabilità le vivono sulla propria pelle e delle loro famiglie che, talvolta con difficoltà, cercano di capire e aprirsi ad un mondo difficile ma al contempo tenero.
Qualcosa da condividere. “La sceneggiatura è molto ambiziosa – ha detto Scandola – per essere un’opera prima”. Il film – diretto da Tiziano Paltrinieri – racconta la storia di Leonardo, un ragazzo che si è da poco trasferito in un piccolo paese di provincia dove si guadagna da vivere come regista radiofonico. Intrattiene da qualche mese una relazione con Matilde, una donna sposata. Nel frattempo conosce un’altra ragazza, una giovane musicista con la quale inizia un’altra relazione sentimentale. Con quest’ultima Leonardo, schivo e solitario, impara il valore della condivisione ma senza rinunciare alla sua natura di viaggiatore solitario. Nel frattempo, però, un mistero rischia di minare la relazione mai interrotta con Matilde… Il film ha saputo tener desta l’attenzione degli spettatori per tutto il tempo, ma Scandola, con la sua esperienza, ha trovato qualche pungente critica costruttiva da fare al regista e alla sceneggiatrice – Carlotta Bergamini – anch’essa presente alla conferenza.