"Tracce di gemme" è il titolo dell’esposizione attualmente in programma al Museo archeologico del Teatro Romano. L'ingresso alla mostra, aperta ai visitatori sino al 3 ottobre è il lunedì dalle 13.30 alle 19.30, martedì a domenica dalle 8.30 alle 19.30.
Un viaggio alla ri-scoperta di calchi antichi. È un’esposizione senza precedenti quella organizzata dal museo del Teatro romano per celebrare la pubblicazione di un catalogo contenente 180 magnifici esemplari di calchi di gemme antiche. Al pubblico viene presentato un cospicuo gruppo di impronte realizzate con materie prima diverse, dalla cera allo zolfo e dal gesso alla scagliola, con l’obiettivo di far conoscere una produzione che prima del Novecento era molto in voga e che sembra, purtroppo, essere stata dimenticata. Un viaggio alla ri-scoperta di calchi antichi, di matrice greca e romana per avvicinare la gente ad una classicità oggi più moderna che mai.
Da cosa nasce l’idea? Il museo è da anni in possesso di un tesoro che oggi, grazie alla pubblicazione di un libro sul tema, ha deciso di condividere con la città: 270 impronte di gemme antiche di soggetto molto vario. Nel 1850, infatti, Luigi Albertini, un collezionista veronese, decise di donare la sua raccolta di impronte al Comune di Verona insieme ad una serie di medaglie, collezionate nel corso della propria vita, come testimonianza del profondo affetto che nutriva nei confronti della città scaligera e dei suoi musei.
Alla scoperta di tesori dimenticati. Una sezione della mostra è dedicata al fascino dell’antico, che si concretizza nella produzione di gemme moderne ispirate a quelle di età greco-romana. Da queste, infatti, in età moderna si ricavavano impronte che venivano poi copiate e diffuse nelle molte dattiloteche cittadine, ovvero nelle collezioni private del tempo. Quelle in mostra quest’anno sono dedicate al gioioso mondo di Venere e di Bacco, divinità dell’amore e del vino.