Aumentano tra i Veronesi le malattie respiratorie e le allergie. A confermarlo sono i risultati di una recente indagine denominata Geird (Genes Environment Interaction in Respiratory Diseases – Interazione geni-ambiente nelle malattie respiratorie) che ha come obiettivo lo studio dell'influenza che le esposizioni ambientali e i geni hanno sulla salute respiratoria.
La ricerca, realizzata dalla sezione di epidemiologia e statistica medica dell’Università diretta da Roberto de Marco e finanziata dalla Fondazione CariVerona, ha coinvolto tra il 2008 ed il 2010 un campione di oltre 8.000 cittadini veronesi di età compresa tra i 20 e i 64 anni. L’indagine è stata presentata al pubblico sabato 26 giugno in occasione di un convegno al centro Marani.
Lo studio “GEIRD”. Partito nel 2008, Geird è coordinato dall’Università di Verona e coinvolge altri sette centri di ricerca italiani: Ancona, Palermo, Pavia, Perugia – Terni, Salerno, Sassari e Torino.
Si tratta di un progetto multidisciplinare mirato a raccogliere informazioni su biomarcatori di infiammazione e stress ossidativo, esposizioni individuali ed ecologiche legate ad inquinanti ambientali e domestici, dieta, esposizioni infantili, caratteri genetici e assunzione di farmaci, coinvolti in un’ampia serie di fenotipi di asma, rinite e broncopneumopatie croniche.
Alla realizzazione hanno collaborato con la sezione di epidemiologia e statistica medica anche Albino Poli della sezione di igiene e medicina preventiva e ambientale dell’ateneo, l'agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale di Verona (Arpav), e diverse strutture del Policlinico “G. Rossi” di Borgo Roma: la Medicina del Lavoro, diretta da Luigi Perbellini, coadiuvato per l’allergologia ambientale e occupazionale da Mario Olivieri; la medicina interna D, diretta da Luciano Cominacini; il servizio di fisiopatologia respiratoria, diretta da Marcello Ferrari. Queste strutture avevano già alle spalle una fruttuosa collaborazione, che aveva portato alla pubblicazione di diversi articoli sulle più prestigiose riviste internazionali, facendo di Verona un centro di riferimento internazionale per l’epidemiologia delle malattie respiratorie dell’adulto.
I risultati. L’indagine si articola in due fasi. A Verona i finanziamenti sinora ottenuti hanno permesso la realizzazione della prima fase dello studio e di parte della seconda. L’indagine ha avuto successo grazie all’elevata partecipazione dei cittadini veronesi, che è stata superiore rispetto a quella registrata nelle altre città italiane.
Nella prima fase, un questionario di screening, mirato a rilevare la presenza di sintomi respiratori, è stato inviato a un campione casuale di cittadini. Nella seconda, i soggetti che dichiaravano sintomi respiratori e un campione di asintomatici sono stati invitati in clinica per un accurato accertamento della loro salute respiratoria. Durante la visita clinica sono stati prelevati anche campioni di urine e campioni di sangue che serviranno rispettivamente per lo studio dello “stress ossidativo” e del Dna.
Le informazioni e i campioni raccolti nello studio confluiranno in grandi banche dati e bio-banche nazionali, gestite dall’Università di Verona, che permetteranno ai ricercatori di fare studi approfonditi sulle cause delle malattie respiratorie e di farmacogenetica.
I risultati preliminari dello studio confermano l’aumento delle malattie respiratorie e delle allergie anche nella popolazione veronese adulta (20-45 anni): se nel 1992 il 4% degli intervistati riferiva di soffrire di asma bronchiale e il 17% di rinite allergica, 17 anni dopo queste percentuali sono quasi raddoppiate, arrivando al 7% per l’asma bronchiale e al 25% per la rinite allergica; anche la prevalenza della bronchite cronica è aumentata, passando dal’10% del 1999 al 14% del 2009.
Riflessioni. “Secondo gli studi promossi dall'Unione Europea, le malattie respiratorie rappresentano un grave problema per la Sanità Pubblica e sono in costante aumento, specie nelle zone urbane – ha commentato il gruppo di ricerca -. Questo aumento potrebbe essere causato da mutamenti climatici, dall’inquinamento atmosferico, da cambiamenti nella dieta e nello stile di vita. Da tener presente che l’asma e la bronchite cronica determinano un considerevole carico socio-economico in termini di ricorso ai servizi ospedalieri e perdita di produttività. Questo peggioramento della salute respiratoria non può essere imputato ad una maggiore diffusione dell’abitudine al fumo, che anzi è diminuita nello stesso periodo, dal 32% del 1999 al 27% del 2009”.
Il convegno. I risultati preliminari della ricerca sono stati presentati nel dettaglio sabato 26 giugno al centro medico culturale “G. Marani” dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. Dopo i saluti di Sandro Caffi, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, di Gian Cesare Guidi, preside vicario della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Verona, di Marco Gruberio, presidente commissione temporanea Ambiente, Ecologia e Verde Pubblico del Comune di Verona, è stato presentato nel dettaglio il progetto di ricerca “Geird”. Sono seguite le relazioni sulle problematiche rilevanti per promuovere la salute respiratoria e sull’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute, con particolare riferimento alla situazione di Verona negli ultimi dieci anni.