Il ponte sullo stretto di Messina, tra proposte alternative e diverse opzioni possibili. Si sono dati appunatamento a Reggio Calabria lo scorso 5 novembre esperti internazionali nel campo dell’ingegneria per ri-vedere il progetto del ponte sullo stretto. Tra i presenti Giovanni Saccà, del centro studi e ricerche Transmit dell’università di Verona. L’incontro è stato organizzato dalla Provincia di Reggio Calabria in collaborazione con l’Università di Reggio Calabria.
Il convegno. Occasione d’incontro è stata la presentazione del progetto sullo stretto di Messina di Mor Tremor, docente dell’università di Israele, che ha fatto il punto della situazione. “Abbiamo discusso alcune nuove possibilità, offerte dalle più recenti tecnologie – ha detto Giovanni Saccà – di realizzare un ponte metropolitano sullo Stretto in posizione baricentrica rispetto alle città dell’area”. Questo significa coinvolgere attivamente i centri abitati con un ponte che non è più lontano dalle zone metropolitane dell’area come avviene, invece, nel progetto ufficiale. Il ponte, infatti, è stato idealmente posizionato nel punto più lontano dalle città e corredato con strade e ferrovie che fanno da cintura all’area. La soluzione ufficiale, che risolve il problema lunga percorrenza, non risponde però alle esigenze locali di integrazione dell’area metropolitana dello Stretto, la quale è stata inserita di recente nella legge sul federalismo.
La proposta di Saccà. Saccà, insieme al centro studi e ricerche Transmit dell’ateneo scaligero, ha prospettato durante il convegno alcune ipotesi di localizzazione del ponte metropolitano, utilizzando soluzioni tecniche recenti e ha ricordato come le conseguenze di questa operazione sarebbero positive per il sud Italia. “Queste conseguenze, avrebbero ricadute benefiche anche per l’intero Paese e per l’Europa”, ha aggiunto. È un progetto importante perché andrebbe a completare, secondo l’esperto, il corridoio ferroviario europeo fino alla Tunisia, tramite un tunnel che dovrebbe essere realizzato nello stretto di Sicilia, proprio come sta avvenendo in questo periodo a Gibilterra. Lì, infatti, è in costruzione il cosiddetto Afro-tunnel, che secondo il progetto sarà attivo dal 2025.
Il futuro. Nel corso del convegno è emersa l’importanza di programmare, nei prossimi decenni, un intervento analogo ai precedenti. Si tratta della realizzazione di un tunnel nel canale di Otranto per collegare l’Italia anche ai Balcani. Sono progetti ancora in via di concepimento ma danno l’idea di come potrebbero diventare semplici e veloci i collegamenti tra l’Italia e gli altri Paesi, in un futuro forse non troppo lontano.
Sono disponibili gli interventi video del convegno