Esperti e professionisti d'economia locale a confronto. L'occasione è un incontro, secondo di una serie di cinque appuntamenti organizzati da Banca Popolare di Verona, dal titolo "Crescere insieme. Economia locale e sviluppo terrritoriale" che ha messo in primo piano il territorio con le sue peculiarità ed i suoi distretti industriali evidenziando le prospettive di sviluppo per il tessuto imprenditoriale. Tra i relatori il prorettore dell'ateneo scaligero Bettina Campedelli, Aldo Bonomi, direttore dell’Istituto di Ricerca Aaster, Alberto Bauli, presidente della Banca Popolare di Verona – San Geminiano e San Prospero, Sandro Veronesi, presidente di Calzedonia. A moderare Massimo Esposti, caporedattore centrale de “Il Sole 24 Ore”.
"L’italia è inchiodata". Ad esordire Campedelli che evidenzia alcuni dati sull’economia italiana. Il Pil ha mantenuto negli ultimi anni, in Italia, un tasso di crescita intorno all’1%. “È un dato positivo- dice il prorettore – ma l’espansione del Pil è frenata dalla domanda interna che non è ancora abituata al processo di internazionalizzazione”. Campedelli prosegue elencando i vincoli che non permettono la crescita dell’economia. Tra questi cita il vincolo dimensionale proponendo un esempio: solo il 4,45% delle imprese venete nel 2003 ha guadagnato più di 10 milioni di euro. Una percentuale troppo bassa per permettere la crescita. Per abbattere questo muro e altri, come la polarizzazione dell’export italiano o la capitalizzazione, Campedelli, propone due vie: l’upgrading strategico e l’upgrading qualitativo. Il primo si identifica nell’innovazione e nei business network; il secondo nel recupero di efficienza e nella valorizzazione del made in italy.
Un Paese “banco-centrico”. La parola passa a Bonomi che concentra la sua relazione sugli aspetti della famiglia. Non esiste più la famiglia agricola e patriarcale o la famiglia mononucleare, ma è diventata più aperta, “non è più quel tondino di ferro uguale alla dimensione del territorio” spiega Bonomi. Cambiando la famiglia è cambiata anche l’economia del territorio: non si ha più un Veneto principalmente agricolo, ma si ha un Veneto forte in tutti i tre settori dell’economia. Per rendere il Paese competitivo bisogna fare intreccio tra i vari settori e i vari territori e questo compito, secondo il direttore dell’Istituto di Ricerca Aaster, spetta alla banca. È della stessa idea Bauli. Il presidente di Banca Popolare di Verona sostiene che l’Italia è un Paese “banco-centrico” ponendo un problema: come può la banca tutelare sé stessa e le imprese facendo contemporaneamente intreccio? Secondo Bauli, aumentando la qualità dei prodotti e diminuendo i costi di produzione attraverso l’innovazione di processo.
L’Università deve legarsi all'impresa. In chiusura Campedelli si chiede quale possa essere l'offferta dell’università in quanto a preparazione imprenditoriale. "L’università gioca un ruolo importante e la sua funzione è molteplice poiché offre risorse umane e l’applicazione della ricerca – spiega Campedelli – . L’ateneo di Verona negli ultimi anni sta lavorando molto per legarsi alle imprese, soprattutto grazie a progetti quali il Joint project".