Come si può pretendere serenità di giudizio? Come si può chiedere il coraggio della clemenza? A queste ed altre domande cercheranno di dare risposta Mario Calabresi, figlio del commissario Luigi Calabresi, direttore de “La Stampa” e Stefano Lorenzetto, editorialista-articolista del “Giornale”. L'appuntamento, organizzato dalla Fondazione Giorgio Zanotto, si terrà mercoledì 16 febbraio alle 17.45 nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza.
Cronaca d'una "stagione" terroristica. Il commissario Luigi Calabresi venne ucciso la mattina del 17 maggio 1972 con due colpi di pistola. L’assassinio era stato annunciato da una campagna denigratoria che dipingeva il giovane commissario come un aguzzino omicida per l’oscura morte di Giuseppe Pinelli, anarchico fermato per la strage di Piazza Fontana. L’uccisione di Calabresi segno l'inizio di una stagione ricca di tensione. Da allora i giornali e le televisioni non si fanno scrupoli ad accendere un faro sui terroristi, a dar loro la scena anche quando ha caratteri chiaramente inopportuni, ignorandone i delitti e le responsabilità, e fornendo a volte un quadro romantico e idealista della lotta armata.
L'attenzione verte sulle vittime del terrorismo. Il dibattito, organizzato dalla fondazione Giorgio Zanotto e dal Centro di cultura europea Sant’Adalberto, focalizzerà l’attenzione sulle vittime del terrorismo. A dialogare saranno Stefano Lorenzetto, autore di numerose e memorabili interviste e del libro “Il vittorioso”, in cui dialoga con Vittorio Feltri e Mario Calabresi, figlio del commissario Luigi Calabresi e autore di “Spingendo la notte più in là”, libro dedicato alle vittime del terrorismo, e di “La fortuna non esiste. Storia di uomini e di donne che hanno avuto il coraggio di rialzarsi”.