Accade spesso che i grandi personaggi del passato, se non trovano spazio tra le memorie dei presenti, cadano inesorabilmente nell’oblio dell’indifferenza. Questa la sorte che sarebbe toccata al più grande economista italiano dell’800, Angelo Messedaglia, se alcuni dei maggiori studiosi italiani e stranieri non avessero messo insieme le loro forze e le loro idee per ricostruire la ricchezza della sua opera scientifica, politica e civile. Il risultato di questo connubio è un volume intitolato “Angelo Messedaglia e il suo tempo”, curato da Vitantonio Gioia, ordinario di Storia del pensiero economico dell’Università del Salento, e Sergio Noto, docente di Storia delle imprese e del management all’università di Verona. La presentazione del libro si svolgerà venerdì 17 giugno alle 17.30 nella sala Farinati della Biblioteca Civica e vedrà l’intervento di Agostino Contò, responsabile della biblioteca.
Angelo Messedaglia. Nato a Villafranca di Verona nel 1820, Messedaglia è stato un politico italiano, senatore del Regno d’Italia nella XV legislatura. Laureatosi in Giurisprudenza all’Università di Pavia, ha iniziato lì la sua carriera di docente, per spostarsi poi a Padova e a Roma. Lo studio e i molti interessi culturali sono la sua principale caratteristica: conosceva molte lingue, sia straniere che antiche e ha prodotto non soltanto studi statistici o economici ma anche su Omero, sulla medicina e la geografia. Membro di varie accademie italiane e straniere, ricoprì la carica di presidente dell'Accademia dei Lincei fino al giorno della morte. Larga parte della sua produzione è attualmente conservata alla Biblioteca Civica di Verona.