Un bisogno, invocare l’anima con la poesia e un dovere, essere amica della natura. Candidata al premio Nobel per la Letteratura, Márcia Theóphilo è stata ospite della biblioteca Frinzi per discutere di biodiversità e salvaguardia dell’ambiente con un sapiente gioco di suoni e immagini del mondo della poesia. Presenti all’incontro oltre alla direttrice della biblioteca Frinzi, Daniela Brunelli docenti dell’ateneo scaligero e figure impegnate per la sostenibilità del Pianeta.
Lunga vita agli Indios. “Devo a mio padre e a mia nonna l’amore per la natura, per la terra. E agli Indios. – queste le parole della Theóphilo – Sin da bambina sono cresciuta con le storie degli Indios, i veri guardiani della natura. È a loro che quando scrivo le mie poesie mi rivolgo. E’ a loro che va la mia preghiera e il mio quotidiano sacrificio; la terra è un organismo vivente e l’uomo deve riconoscerlo”. Poetessa-antropologa, da anni è impegnata per la salvaguardia dell’ambiente e della foresta Amazzonica. “Attraverso i racconti di mia nonna, matriarca indio, ho compreso il significato del profondo legame con la foresta, e attraverso le mie esperienze sono stata portata a studiare le origine della cultura india. Nel mio lavoro ho cercato di fondere la memoria emotiva e quella culturale, tra poesia e documentazione, tra mondo arcaico e mondo contemporaneo, creando un tutt’uno in cui tutte queste materie si innestano”.
La poesia come unica salvezza. “Penso che senza la poesia non si possa scorgere e raggiungere l’anima della foresta – prosegue la Theóphilo – L’antropologia, come i miei studi, è una disciplina che ha finito con il privilegiare gli oggetti e la cultura materiale. Io ho privilegiato il soggetto più leggero, l’anima, la poesia. Se un giorno la gente arriverà a comprendere la bellezza e il valore di quest’arte, capirà perché le foreste, gli alberi che sono la nostra più grande architettura, vanno tutelate”. Vincitrice di importanti riconoscimenti come il premio LericiPea 2011 per l’opera poetica, scrive “associando le parole alla musica, ad una melodia, al flauto e al tamburo, ai suoni della mia foresta”.
Un pianeta in pericolo. “Viviamo in un momento di forte pericolo per il nostro ambiente – ha detto Gianfranco Caoduro, professore di Scienze naturali del Liceo C.Montanari di Verona e presidente di World biodiversity association – Sono ancora migliaia le specie animali che non conosciamo e tantissime si sono estinte o sono in fase di estinzione”. Presidente della World biodiversity association e da anni impegnato nelle spedizioni nelle foreste del globo terrestre, spiega come la biodiversità, l’insieme di tutte le forme viventi geneticamente diverse e degli ecosistemi a essa correlati, abbia bisogno di ricerca. Caoduro ha ricordato al pubblico che il 2011 è l’anno dedicato alla biodiversità: “ E’ importante tenere presente quanto le campagne svolte per l’ambiente servano a migliorarlo. C’è ancora tanto da fare”.
Sviluppo sostenibile e democrazia. Interessante il momento che Alessandro Carone ha dedicato a Wangari Maathai, scomparsa il 25 settembre scorso e prima donna africana ad aver ricevuto il premio Nobel per la Pace per "il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace”.