Il 10 Ottobre è la "Giornata mondiale per la Salute Mentale". Le Nazioni Unite dedicano questo giorno a tutti coloro che soffrono di disturbi mentali, invitando organizzazioni, stampa e cittadini a promuovere iniziative che facciano conoscere i problemi di quei pazienti e aiutino a combattere lo stigma di cui sono vittime. Pubblichiamo un intervento sull'argomento di Michele Tansella, ordinario di psichiatria nell’università di Verona e direttore del Centro collaboratore dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per la ricerca e la formazione sulla salute mentale che ha sede a Verona
"Una ricerca appena pubblicata, condotta per tre anni in circa 30 Paesi dell’Unione europea (più Svizzera, Islanda e Norvegia) ha dimostrato che un terzo di tutte le persone che soffrono di un disturbo mentale non riceve alcuna forma di trattamento. Possiamo definirlo ‘uno scandalo silente’, uno scandalo intollerabile che continua però ad essere tollerato. E per di più la maggioranza di coloro che ricevono cure è trattata con grande ritardo rispetto all’inizio dei sintomi, ed anche in modo non sempre adeguato e in linea con le attuali conoscenze. Ciò avviene nonostante che i disturbi mentali siano responsabili del 27% del peso economico e sociale sulla società e nonostante che la depressione sia la malattia al primo posto come causa di disabilità, seguita dalla demenza, dall’uso di alcool e dallo stroke. Le ricerche epidemiologiche dell’Oms hanno dimostrato che il peso dovuto a tutte le forme di cancro è meno della metà di quello legato alle malattie mentali. E' possibile fermare questo scandalo attraverso alcune azioni che sarebbero da mettere subito in atto:
"Migliorare la conoscenza che la gente ha di questi problemi, perché ci si adoperi per far salire, nella scala delle priorità in tema di assistenza sanitaria, la cura di questi disturbi anche attraverso programmi e trattamenti psicologici, medici e sociali"
"Finanziare di più e meglio la ricerca scientifica, che va condotta in centri di eccellenza in grado di evitare frammentazioni e di seguire un approccio integrato psicosociale e biologico."
"Combattere con specifici programmi la marginalizzazione, lo stigma e la discriminazione, (che è conseguenza dello stigma), di cui i nostri pazienti e i loto familiari sono vittime. Queste persone hanno diritto ad attenzione, a cure, a investimenti e a programmi scientifici pari a quelli dedicati, ad esempio, ai malati di cancro."
La ricerca europea, pubblicata su European Neuropsychopharmacology ha dimostrato che ogni anno il 38,2 per cento della popolazione (in Europa 165 milioni di persone) soffre di un disturbo mentale. Questi disturbi sono presenti in tutti i gruppi di età, compresi i più giovani e gli anziani. I disturbi più frequenti sono quelli d’ansia (14 per cento), l’insonnia (7 per cento), la depressione grave (6.9 per cento), i disturbi legati all’abuso di alcool e all’uso di sostanze (4 per cento). Se si eccettuano quelli legati all’uso di sostanze e il ritardo mentale, i disturbi sono presenti in tutti i paesi e non mostrano differenze di frequenza legate a fattori culturali. I dati di questo studio, confrontati con quelli di una ricerca simile condotta in Europa nel 2005, dimostrano anche che i disturbi mentali non sono in aumento, fatto salvo per la demenza, che è ora più frequente in quanto è aumentata l’attesa di vita.