Il 24 ottobre alle 18.30 ha preso avvio il ciclo d’incontri “Pene d’amor perdute”. Psicologi e filosofi cercheranno di dare una spiegazione al tema molto complesso e attuale dell’amore. Magia, infatuazioni e sentimenti saranno messi a nudo nella Sala Farinati della biblioteca civica con un team di esperti preparati sull’argomento.
Chi e dove. “L'afflizione potrebbe anche sorridere un giorno; fino ad allora, mio dolore, stattene in un cantuccio zitto e buono” – ha scritto Shakespeare nella commedia. La ricerca dell’amore è una cosa che accomuna tutti gli esseri umani e il dolore ne è spesso la conseguenza. Il 24 ottobre sarà un’occasione per comprendere meglio questi due fenomeni. Non sarà però l’ultimo incontro sull’argomento perché ne sono stati organizzati altri due che si terranno il 24 marzo e il 21 aprile alle 20.30 alla biblioteca civica di San Martino Buon Albergo. Gli esperti che daranno vita all’evento saranno Giovanni Gocci, psicologo analitico, docente dell’Università di Siena e direttore della Scuola di psicoterapia psicosintetica ed ipnosi eriksoniana “H. Bernheim” (Sppieh), Gabriele La Porta, filoso e vice direttore della Sppieh, Carlo Piazza, psichiatra, Francesca Gocci ed Emanuela Pasin, entrambe psicologhe e psicoterapeute.
La commedia ispiratrice. “Pene d’amor perdute” è il tiolo di una delle prime commedie di William Shakespeare. È incentrata sull’amore e sulla conquista dei sentimenti ed è diversa rispetto a numerosi altri lavori dello scrittore poiché non termina con un matrimonio tra i personaggi. La data di composizione e quella della prima rappresentazione è incerta, ma si pensa che sia stata scritta tra il 1593 e il 1596. Lo scopo della sua stesura fu quello di allietare i giorni della corte di Elisabetta I destinata ad un periodo di completa clausura per colpa della peste che dilagava a Londra.