Nei prossimi decenni robot e macchine robotizzate saranno impiegate quasi ovunque e in vari settori, primo fra tutti quello della medicina. L’Ospedale Maggiore di Verona ha inaugurato, primo in Italia, il Centro di Chirurgia robotica sperimentale, un progetto all’avanguardia voluto dall’Azienda Ospedaliera universitaria integrata, in collaborazione con l’ateneo scaligero e il Politecnico di Milano.
Gli obiettivi. Negli ultimi anni la chirurgia robotica ha avuto una notevole crescita in varie aree applicative, dando un forte aiuto al braccio umano nello sviluppo di tecniche di intervento sempre più avanzate e precise. Robot dalle dimensioni via via più ridotte, grandi poco più di qualche millimetro, aumentano la precisione riducendo al minimo l’invasività delle operazioni. L’obiettivo del centro è di studiare e sviluppare nuovi dispositivi per la chirurgia robotica. I risultati di numerosi progetti europei convergeranno nel laboratorio che promuoverà la transizione dalla ricerca alla pratica clinica. Le ricerche serviranno a portare avanti progresso scientifico e innovazione tecnologica, con particolare attenzione alla formazione di studenti, laureati e dottorandi di ricerca e al mantenimento di un elevato livello culturale di operatori e collaboratori.
Le peculiarità. La struttura, pronta ad entrare subito in attività, è stata allestita all’Ospedale di Borgo Trento e sarà simile in tutto e per tutto ad una sala operatoria, ma con una serie di peculiarità che la distinguono dagli altri centri europei di ricerca robotica. Essendo situata all’interno della struttura ospedaliera è dotata di tutte le modalità chirurgiche di cui una regolare sala operatoria può disporre, oltre alla disponibilità di personale di ricerca che opera usualmente nella pratica clinica. Le attività non si fermeranno solo alla ricerca teorica, la collaborazione con il personale ospedaliero permetterà un’interazione ottimale anche con le attività clinico-assistenziali.
I progetti. Tanti saranno i progetti in fase di avvio. Il centro si concentrerà inizialmente sulla neurochirurgia, con lo sviluppo di nuovi sistemi miniaturizzati che diminuirebbero i rischi per il tessuto cerebrale. Verranno elaborati nuovi modelli tridimensionali con un sistema ad ultrasuoni per il monitoraggio operatorio. Il progetto Active svilupperà un sistema robotico, guidato direttamente dal chirurgo, per il posizionamento accurato di sonde microchirurgiche. “EuRoSurge” cercherà di semplificare la comunicazione tra ambiente chirurgico, mondo ingegneristico e realtà industriale, per facilitare il trasferimento tecnologico dalla ricerca all’industrializzazione.