Ormai da tanto tempo sentiamo parlare di crisi e recessione economica. Difficile trovare una vera soluzione e ancora più complicato capirne le vere cause. Nicola Sartor, docente della facoltà di Economia dell'ateneo di Verona, ha affrontato i temi più scottanti dell'attualità in una lectio magistralis che ha inaugurato il nuovo anno accademico dell'Accademia di agricoltura, scienze e lettere di Verona.
Le difficoltà italiane. Sartor ha trattato da più punti di vista gli ultimi sviluppi economici della Società italiana, partendo da una prospettiva mondiale fino a concentrarsi sulla ancor più grave situazione italiana. “La crisi italiana è più reale che finanziaria – ha affermato – abbiamo un'alta consistenza di debito pubblico che oggi si ripercuote in un ristagno della crescita economica e nel declino della grande industria, elemento portante per il sostegno della ricerca e della crescita”. Difficoltà che risalgono ad anni di irresponsabilità politica e di noncuranza verso la macchina statale, spremuta fino al midollo e verso la società, abbandonata a se stessa. “Ultimamente si è avuta poi una grande perdita di credibilità nei confronti del Governo, con conseguenze molto forti in campo bancario. L'Italia non può avere troppa voce in capitolo nei grandi tavoli decisionali dell'economia mondiale”.
Cause lontane. Crisi non solo italiana ma anche mondiale, che ha cause ben lontane nel tempo, frutto di profondi problemi per tutto il sistema e a tutti i livelli. “L'economia finanziaria – ha proseguito Sartor – è cresciuta molto più di quanto fosse necessario per lo svolgimento dell'attività produttiva”. E difficili e complesse appaiono le soluzioni per uscire da questa situazione di stallo verso il basso: “bisognerebbe camminare su un percorso di lungo periodo con continuità di azione politica ed equità. Ricostruire la capacità di progettazione dei giovani, aumentando la capacità produttiva industriale, l'efficienza e l'efficacia imprenditoriale”.
Un anno difficile. Difficoltà e problemi a cui non riesce a sottrarsi nemmeno l'Accademia di agricoltura e scienze che, al suo 244° anno di attività si trova in una situazione critica e complicata. “La crisi – ha spiegato il presidente Galeazzo Sciarretta – colpisce anche gli enti pubblici, le banche e le fondazioni, principali finanziatori delle nostre attività. Non so come cominceremo questo nuovo anno, le previsioni sono pessimiste e i soldi pochi, ma le nostre attività e i risultati raggiunti ci spingono a provare ancora ad andare avanti”.