Un Giappone onirico va in scena al Teatro Filarmonico di Verona venerdì 16 marzo alle 16.30 per la regia di Federico Tiezzi e la direzione dell'orchestra areniana di Gianluca Martinenghi. Le scene curate da Pier Paolo Bisleri, i costumi di Giovanni Buzzi la coreografia di Virgilio Sieni. L'opera replica per quattro date, il 18, il 20, il 22 e l'ultima è prevista per domenica 25 marzo. Giovedì 15 alle 16.30 è prevista una prova generale alla quale gli Under 30 possono assistere con soli 5€.
La rappresentazione.L’opera di Mascagni ritorna al Filarmonico dopo più di un secolo. L'ultima sua rappresentazione risale al 1908 con la direzione dello stesso Maestro Mascagni. «Mi fa piacere e commozione iniziare la mia collaborazione con la Fondazione Arena con Iris – afferma Paolo Gavazzeni, nuovo Direttore Artistico – un titolo molto caro a mio nonno Gianandrea Gavazzeni. Ho trovato un ottima collaborazione e grande professionalità». Opera molto complessa, con diverse difficoltà tecniche sia dal punto di vista vocale per il tenore, il soprano e il baritono ma anche l'orchestra si scontra con chiare ed evidenti complessità musicali ed è per questo che merita la massima attenzione. Una sfida concreta che ci regala una rappresentazione unica nel suo genere.
La trama.Una fanciulla, figlia di un vecchio cieco, che vive godendo della luce del sole (‘Inno del sole’) e della natura, lieta di una sua disarmante ingenuità (“Ho fatto un triste sogno pauroso”), e diviene oggetto di un ricco capriccioso e annoiato, Osaka che la rapisce tramite un teatrino di pupi incantando Iris, come l’amoroso Jor, figlio del sole, che intona una seducente serenata (“Apri la tua finestra”). Condotta da Kyoto, tenutario di una casa di perdizione nello Yoshiwara, la ragazza crede ancora di sognare, o di trovarsi in paradiso (“Io pingo, pingo”). Osaka cerca di sedurla in un lungo duetto (“Oh come al tuo sottile”) alludendo al piacere, che terrorizza la fanciulla (‘aria della piovra’, “Un dì, ero piccina”). Stanco e infastidito della semplicità di Iris, Osaka la lascia in balìa del viscido Kyoto, che la espone come un trofeo nella casa di piacere. Raggiunta e maledetta dal padre che non sa del rapimento, Iris si getta, per la vergogna, da una finestra in una discarica. Prima che muoia, scorrono davanti a lei gli egoismi di coloro che non hanno saputo amarla, il padre, Osaka e Kyoto. Iris, quasi divina, muore sotto il bacio del sole, che trasforma il suo corpo nel fiore che ha il suo nome.
Tematiche.Una realtà attuale che ci riporta alle violenze sulle donne. La tratta delle schiave del sesso o ancora l'ignoranza di un padre che giudica senza conoscere la verità, preoccupato solo del proprio onore. La cronaca ci racconta ancora oggi storie come quelle della povera Iris che attraverso sublimazioni di metafore teatrali, il genio di Mascagni ha interpretato per noi.