Difficile capire dove nasce la storia, con le lontane origini dell’uomo sempre più sconvolte da importanti e fondamentali scoperte. L’archeologia è una scienza in continua e costante evoluzione, come l’uomo che millenni fa provava a cacciare o ad accendere il primo fuoco. “Il tempo della preistoria”, il 17 marzo per Infinitamente 2012, ha regalato a tutti gli appassionati un pomeriggio di continua scoperta, alla ricerca delle vere origini della nostra specie. Introdotti da Alessandra Aspes, i relatori, tra conquiste e nuove rivelazioni hanno descritto un mondo ricco di sorprese e dai contorni ancora indefiniti, dalla nascita della scrittura sino alle prime esperienze di gruppo.
Grotta di Fumane e Riparo Tagliente. Marco Peresani e Federica Fontana dell’Università di Ferrara hanno riassunto le ultime scoperte archeologiche in due siti di nevralgica importanza della provincia veronese. Riparo Tagliente, in corso di scavo fin dagli anni ’60 del secolo scorso, costituisce uno dei principali siti paleolitici dell’Italia settentrionale. Rappresenta un sito chiave dell’arco alpino in quanto documenta le prime fasi del processo di ripopolamento di questo territorio dopo l’ultima grande glaciazione. “La posizione strategica del riparo – ha detto Fontana – situato a pochi chilometri dall’imbocco della Valpantena e all’interno di un territorio ricco di risorse minerali e naturali, ne ha, infatti, favorito la rapida ed intensa occupazione. La ricchissima documentazione archeologica riferibile a questo periodo illustra con notevole dovizia di dettagli la vita quotidiana dei gruppi che abitarono questo territorio: dallo sfruttamento delle risorse naturali alla sistemazione del riparo a fini abitativi, dagli oggetti per il decoro personale ai riti funerari”. Altrettanto importanti sono le recenti scoperte alla Grotta di Fumane in Valpolicella che costituirebbero a modificare l’immagine stereotipata di uno dei nostri più stretti parenti, L’uomo di neandhertal. “Grazie al perfetto stato di conservazione di alcune ossa di uccelli rinvenute in uno strato di 45mila anni fa – ha affermato Marco Peresani – è stato possibile analizzare questi reperti con moderne tecniche microscopiche e riconoscere tracce di tagli effettuati con strumenti in pietra. Una scoperta sensazionale che anticipa di decine di migliaia di anni questa pratica nella storia evolutiva umana sinora considerata appannaggio di società più complesse, riconducibili esclusivamente ad Homo sapiensanatomicamente moderno”.
Preistoria in evoluzione. Un viaggio che non accenna a fermarsi e che regala ogni giorno nuovi bellissimi particolari. Il nostro passato deve ripartire dalle nostre origini, dalla nostra unica discendenza dall’uomo sapiens moderno. Ne è convinto Fiorenzo Facchini, antropologo dell’Università di Bologna con i suoi tre approcci di studio dell’origine umana: antropologico, biomolecolare e culturale. Scoprire le nostre origini per capire meglio le nostre abitudini di oggi, i nostri lunghi viaggi, gli spostamenti. L’archeologia come scienza per capire il cambiamento, del dubbio e della novità. “Singole scoperte – ha affermato l’archeotecnico Giorgio Chelidonio – possono cambiare radicalmente gli scenari di interi periodi della preistoria. È importante mantenere vivo l’interesse per la preistoria: è il nostro passato profondo che convive nel nostro dna, sia genetico che culturale.