Si è parlato di Europa, salute e volontariato nella giornata di studio che si è tenuta al palazzetto di Scienze Motorie dell’università di Verona. L’evento è stato organizzato dallo staff italiano del progetto europeo“Healthy Children in Healthy Families” (Bambini sani in Famiglie sane), di cui sono responsabili scientifici Federico Schena, docente all’università di Verona di Tecniche e metodologie dell’allenamento e Luigi Bertinato, dell’Ufficio Relazioni Internazionali dell’Ulss 20 di Verona. Il progetto coinvolge anche altri cinque Paesi dell’Unione Europea: Danimarca, Croazia, Norvegia, Regno Unito e Spagna.
L’appuntamento. L’incontro veronese è stato un momento importante per fare il punto sui risultati conseguiti a livello europeo, sull’attività fin qui svolta dall’equipe italiana, sugli aspetti positivi della ricerca e il loro impatto sulla realtà veronese; ma è stata soprattutto l’occasione per presentare la nuova figura che ha preso vita dal progetto: l’Ambasciatore di Salute. Healthy Children, infatti, avviato nel 2010 e in via di conclusione il 13 luglio di quest’anno, nasce con l’idea di migliorare, promuovere e generare conoscenza sulla salute, nella prospettiva di creare e rafforzare reti di collaborazione tra le associazioni di volontariato. In questa visione, l’Ambasciatore assolve un compito di grande interesse: lavorando con i bambini e le loro famiglie, favorisce e supporta uno stile di vita salutare, incoraggiando una corretta alimentazione e attiva una regolare attività fisica. Su questi due punti si è focalizzato il lavoro del team italiano ed è stato promosso il meeting di marzo, articolato nella conferenza “La nuova figura dell’Ambasciatore di Salute a Verona. La promozione della salute nella società civile” e in una tavola rotonda dal titolo “Il ruolo del volontariato nella promozione della salute. Riflessioni e prospettive”. In questa circostanza sono stati consegnati ai sedici volontari, che hanno concluso i due cicli di formazione i diplomi di “Ambasciatore di Salute”.
Il workshop. Il meeting si è rivelato un momento di confronto a tutto tondo sul progetto, culminato nell’interessante dibattito, che ha visto la partecipazione dei responsabili scientifici Schena e Bertinato, degli assessori comunali Alberto Benetti, Politiche giovanili, Marco Giorlo. Sport, di Chiara Tommasini, presidente del Csv, Centro di servizio per il volontariato di Verona e di Pier Giorgio Schena, presidente del Csi, Centro sportivo italiano. La discussione si è incentrata soprattutto sul ruolo e sulle pratiche agite dall’”Ambasciatore di Salute”. Alla luce del percorso formativo ed di esperienza intrapreso, "sarà capace il volontario esperto- si è chiesto il professor Schena- di farsi portavoce di una nuova cultura di salute?". La sfida del progetto si gioca proprio su questo. E’ in questa direzione, infatti, che occorre rafforzare la collaborazione tra le realtà esistenti (istituzioni, volontariato sociale, sevizi pubblici) al fine di valorizzare la figura dell’Ambasciatore come interlocutore privilegiato. Tenendo presenti le prospettive future, nel frattempo è necessario sottolineare come il volontario esperto si sia integrato nel tessuto sociale veronese, proponendosi come un mediatore "in grado di agire- come ha ricordato il presidente del Csi Pier Giorgio Schena- in modo diretto, immediato, raggiungendo anche coloro che ritengono di non dover cambiare il proprio stile di vita". "Si è già creato un circolo virtuoso di comunicazione efficace e continua con le famiglie – ha infine sottolineato Tommasini – e questo è sicuramente un punto di partenza positivo per proseguire sulla strada tracciata dal progetto”.