Il 21 novembre alle ore 11 l’Ateneo inaugurerà nell’aula magna del Polo Zanotto il suo XXXI Anno Accademico. La cerimonia è stata annunciata dal rettore Nicola Sartor che ha voluto collocarla in apertura del calendario accademico, restituendo all’evento il suo significato di avvio di un nuovo percorso che accomuna nell’impegno docenti, studenti e personale tecnico amministrativo.
Ospite d’onore sarà il ministro dell’Istruzione, dell’Università e Ricerca Maria Chiara Carrozza. La cerimonia sarà aperta dalla relazione del rettore, cui seguiranno gli interventi del presidente del Consiglio degli Studenti Walter Riviera e del presidente del Consiglio della Scuola di Medicina e Chirurgia Alfredo Guglielmi sul “Ruolo della medicina universitaria”. Sarà il coro dell’Ateneo diretto da Luca Marchetti ad intonare il “Gaudeamus igitur”.
Nel trentennio che ha attraversato da quando, nel 1982, ottenne l’autonomia, l’università di Verona ha conosciuto un importante sviluppo. Alle prime facoltà di Economia e Medicina e Chirurgia se ne sono aggiunte nel volgere di pochi anni altre sei. Oggi, andata a regime la riforma Gelmini, l’Ateneo è strutturato in quindici Dipartimenti di didattica e ricerca suddivisi in quattro macro aree scientifico-disciplinari: Scienze Giuridiche ed Economiche, Scienze Umanistiche, Scienze della Vita e della Salute, Scienze e Ingegneria. La prima laurea fu discussa nel luglio del 1963, allorché Verona era ancora sede staccata dell’Università di Padova. Dalle poche centinaia degli inizi, oggi l'Università di Verona è inserita dal Censis tra i grandi atenei ovvero quelli con una popolazione studentesca che supera i 20 mila iscritti. I docenti e i ricercatori sono oggi complessivamente 739, affiancati da 788 unità del personale tecnico-amministrativo.
“L’attività dell’Ateneo è stata fortemente impostata sull’obiettivo della qualità – rileva il rettore – e gli ottimi posizionamenti nella classifica dell’Anvur sulla ricerca sono frutto di un importante impegno condiviso da docenti e personale tecnico-amministrativo”.
Un impegno che avrebbe dovuto essere premiato, ma al quale per il momento lo Stato non sembra volere attribuire alcun riconoscimento concreto per quanto riguarda l'assegnazione della quota premiale di 41 milioni di euro attesi dagli Atenei in relazione alla valutazione Anvur sulla ricerca. Nota dolente che in questi giorni è vissuta con viva preoccupazione a Verona e in tutti gli Atenei “virtuosi” che credono nei criteri della meritocrazia. Va tuttavia rammentato che l’Ateneo di Verona, a ragione dei buoni risultatati di bilancio conseguiti nel 2012, ha visto aumentata dal 20 al 31,01 la quota in percentuale di punti organico sul turn over del personale.
“Non pensiamo che la responsabilità dell’accaduto vada attribuita al ministro Carrozza – puntualizza il rettore – di cui conosciamo la formazione e l’impegno di scienziata. Siamo certi che il ministro si riconosce nell’università del merito. Le siamo sinceramente grati per l’attenzione che ha dimostrato per il nostro Ateneo accettando l’invito. L’accoglieremo non solo per chiederle di continuare a far sentire la nostra voce, ma anche per manifestarle la fiducia nei suoi confronti e darle forza con il nostro sostegno”.
07.11.2013