Dai microrganismi alle cellule staminali, dalle tecnologie alimentari allo studio dei beni culturali, dall’archeologia al marketing, alla sociologia. Il mondo della ricerca dell’università di Verona è ampio e variegato. Sono oltre 700 i ricercatori che, con il loro impegno costante e appassionato, animano le attività che costituiscono il fulcro della vita universitaria. Sempre più vivo nell’ateneo è il desiderio di aprire al confronto e alla collaborazione i vari settori disciplinari rispondendo anche alla sollecitazione di Horizon 2020, il nuovo programma quadro europeo per la ricerca e l'innovazione.
Con questo obiettivo, lo scorso 27 novembre, i ricercatori stessi hanno organizzato la “Giornata della ricerca 2013”. In 150 si sono dati appuntamento nell’aula Vecchioni del Policlinico Rossi di Borgo Roma per condividere idee e progetti. Un evento a porte aperte, cui hanno partecipato anche i soggetti di organizzazioni private e pubbliche del Veronese per rendersi conto di cosa significa “fare ricerca a Verona” L’incontro è stata la prima occasione di confronto sulla ricerca ideata dai ricercatori per i ricercatori di ogni ambito scientifico. La giornata è stata organizzata dall’area ricerca di ateneo su una proposta di Massimiliano Perduca, ricercatore di Biologia molecolare del dipartimento di Biotecnologie.
"L’università – ha spiegato Mario Pezzotti, delegato del rettore alla ricerca – è la sede primaria di ricerca. Per questo deve assolutamente promuoverla e comunicarla. Risponde a questo obiettivo la "Giornata della ricerca, 2013" uno spazio in cui i ricercatori di tutti gli ambiti e le discipline hanno potuto dialogare tra loro, per conoscersi e creare reti nuove di collaborazione. I ricercatori si sono messi in gioco e lo hanno fatto di fronte ad un pubblico composto anche da rappresentanti di organizzazioni pubbliche e private del territorio per far sapere quali sono le ricerche che vengono condotte nel nostro ateneo e creare un percorso di interazione che sappia integrare università e territorio non solo a livello didattico, ma anche scientifico per promuoverne l’innovazione e lo sviluppo.
Protagonisti i 150 ricercatori che, dalle 9 alle 18, hanno presentato i propri progetti nati nei 15 dipartimenti dell’università attraverso 27 incontri della durata di circa 20 minuti, ciascuno dedicato ad uno specifico progetto di ricerca. La giornata è nata con l’obiettivo di farsi conoscere e attivare in questo modo nuove relazioni per la nascita di collaborazioni multidisciplinari anche in vista di Horizon 2020, il nuovo programma quadro europeo per la ricerca e l'innovazione che dal 2014 al 2020 supporterà ricercatori e innovatori garantendo le risorse e gli strumenti necessari a realizzare i propri progetti e idee.
"Credo che il confronto tra ambito umanistico e scientifico sia necessario – ha aggiunto Perduca -. Non è detto che chi si occupa di scienze dure non abbia interesse in campo umanistico. Un esempio per tutti il vino il cui miglioramento in termini di qualità del prodotto riguarda le biotecnologie, ma ha poi un impatto sul mercato e quindi sull’ambito economico. Due settori della ricerca lontani, ma che possono comunque collaborare. La stessa cosa vale per il restauro di opere artistiche e architettoniche. Ci sono gli esperti del settore dei beni ambientali che se ne occupano, ma allo stesso tempo il restauro dei beni coinvolge anche chi fa ricerca in ambito di nanotecnologie volte al restauro delle opere e dei beni architettonici"
I temi affrontati durante la “Giornata della ricerca” saranno trasversali e multidisciplinari e il ritmo sarà davvero sostenuto. Ogni ricercatore dovrà infatti presentare il proprio lavoro in massimo 5 minuti. Dai vantaggi e svantaggi dei microorganismi, all’ambiente, dallo studio delle piante al rapporto tra salute e nutrizione, dalla chirurgia pediatrica alle staminali e alla comunicazione in Medicina. Nel corso della giornata si parlerà anche di tecnologie per lo sport, di viticoltura ed enologia, di informatica, marketing e archeologia. Spazio anche all’arte e alla scienza per lo studio dei beni culturali, alla ricerca sugli epistolari del Settecento e al profilo delle donne medievali veronesi. Oltre alle discussioni, fuori dall’aula saranno affissi dei grandi poster che presenteranno in sintesi i singoli progetti. Un’iniziativa che dimostra la capacità progettuale raggiunta dai ricercatori scaligeri che intendono così aprirsi anche alla comunità veronese con maggior convinzione.
29.11.2013