Cosa può fare la ricerca per i bambini che nascono nei Paesi del mondo “a basso e medio reddito”? In che modo i professionisti della salute mentale possono intervenire per aiutarli a far fronte e superare eventi traumatici come guerre, terremoti, disastri naturali o violenze? Studi internazionali hanno dimostrato una certa efficacia degli interventi in questo ambito, ma mancano programmi di ricerca che valutino con metodologie rigorose le prove attualmente disponibili. Risponde a questo obiettivo il progetto di ricerca “Evidenze randomizzate sugli interventi psicosociali nei bambini esposti ad eventi traumatici nei Paesi a basso e medio reddito” realizzato da Marianna Purgato, ricercatrice della sezione di Psichiatria di ateneo con il coordinamento di Corrado Barbui, docente del dipartimento di Sanità pubblica e Medicina di comunità. Il progetto è finanziato con una borsa di ricerca europea Marie Curie nell’ambito del progetto International Outgoing Fellowship.
La ricerca nasce con lo scopo di valutare l’efficacia degli interventi psicosociali in bambini che hanno vissuto eventi traumatici in contesti umanitari disagiati a causa di guerre, terremoti, disastri naturali e violenze. Lo studio inoltre esaminerà il ruolo di alcune variabili specifiche come caratteristiche cliniche e socio-demografiche, variabili legate al trauma o ad aspetti culturali che potrebbero mediare o moderare l’effetto del trattamento. Verranno dunque sviluppati profili evidence-based sui trattamenti per questi pazienti, creando un collegamento tra i risultati della ricerca e la pratica clinica quotidiana. Il progetto avrà durata di tre anni: i primi due anni nel dipartimento di Salute mentale della Johns Hopkins University a Baltimora ed il terzo anno nel Centro OMS per la ricerca e la formazione in salute mentale, sezione di Psichiatria, dell’università di Verona.
20/12/2013