La sesta edizione di Infinitamente ci ha regalato la presenza di 25mila persone che hanno partecipato ai 113 eventi in cartellone dal 10 al 16 marzo. L’apprezzamento è stato espresso durante gli eventi, sia dal pubblico che dai relatori, ma molto commenti sono stati postati nel sito Facebook della manifestazione o sono giunti via mail. Fra quelli che più mi hanno colpito, l’opinione di chi ha scritto: “bravi voi che divulgate questo intreccio armonioso di scienza, arte e cultura in una magnifica città”: difficilmente sarebbe stato possibile descrivere con maggior precisione il format del nostro festival.
La sensazione è quella di aver colmato l’attesa di un appuntamento consolidato, accolto come una “tradizione” in linea con l’immagine di Verona, città “patrimonio dell’umanità” per la sua storia e le testimonianze artistiche, città di solide radici culturali: basti l’esempio della biblioteca Capitolare, la più antica del mondo. Verona città universitaria, di nascita più recente, ma balzata in questi anni ai vertici delle classifiche per la qualità della ricerca. Un’università che respira e vive la scienza, innervando la conoscenza nel tessuto civile e sociale della collettività. Ricerca e innovazione, la sola ricetta certa per preparare il futuro.
Il festival che ha alcune particolarità: è non profit -ogni evento è gratuito – ed è realizzato grazie alla sinergia, al “fare insieme” di Università, Comune e Consorzio di promozione turistica “Verona tuttintorno”. La nostra proposta è fortemente interdisciplinare: un festival delle scienze e delle arti che intreccia le scienze hard e quelle sociali e umanistiche. Infinitamente è inserito nel calendario della “Brain awareness week”, la settimana internazionale dedicata alla ricerca su cervello e mente organizzata dalla Dana Foundation di New York.
Infinitamente nel corso degli anni è divenuto una comunità scientifica includente che si confronta per molti mesi sul tema proposto dagli organizzatori, coinvolgendo molteplici ambiti di ricerca, una comunità aperta alla divulgazione e dunque alla diffusione della conoscenza. La comunità scientifica dell’Università di Verona in questo modo dialoga al suo interno e si apre al confronto con gli scienziati di altri Atenei, italiani e stranieri. All’inizio questa bella avventura era percepita come un progetto innovativo, sfidante e complesso. Oggi possiamo dire che l’Università lo ha compreso, a motivo del sostegno e della grande partecipazione dei nostri docenti: rapporto di 1 a 1 fra relatori interni ed esterni. Abbiamo voluto un evento che non fosse un narcisistico sfoggio di sapere, non un red carpet autorefenziale, ma un’occasione di divulgazione di eccellente livello rivolta al grande pubblico e ai giovani. Un pubblico speciale, il nostro: lo dicono i relatori. Appassionato, curioso, colto. Un pubblico che esce dalle solitudini del web per condividere “l’emozione della scienza e il piacere della cultura”, come recita il claim del festival. Un pubblico che si lascia accompagnare nei percorsi della manifestazione e scopre quanti significati, quanta conoscenza può organizzarsi intorno ad un tema di ricerca. Un festival di pubblici variegati: amiamo quelli delle grandi sale e quelli delle sedi più raccolte, perché ogni proposta, anche quelle di nicchia, ha il suo valore e non si dovrebbero fare graduatorie di interesse fra gli ambiti del sapere.
Infinitamente è oggi un evento di successo per l’Università, il comune e il consorzio. È cresciuto progressivamente sino ad assumere la fisionomia odierna, passando dalle 15 conferenze della prima edizione del 2009 alle 75 di quest’anno. Un evento che esalta la reputazione e l’immagine di tutte le istituzioni e del network di Istituzioni e associazioni coinvolte che di anno in anno si allarga. A tutti il nostro grazie sincero e un arrivederci.
Maria Fiorenza Coppari
31.03.2014