Dal Pakistan all’Italia per studiare le malattie del ferro. È la storia di Sadaf Badar, giunta a Verona tre anni fa per seguire il dottorato di ricerca al dipartimento di Medicina dell’ateneo. In occasione del meeting europeo sulle malattie del ferro che si è tenuto a settembre alla Gran Guardia, la giovane dottoranda ha ricevuto il premio promosso dalla European Federation of the Associations of Patients with Hemochromatosisper la migliore presentazione orale del congresso . Abbiamo intervistato Sadaf Badar per parlare delle sue ricerche e dei suoi progetti futuri.
Potrebbe brevemente riassumerci la sua carriera accademica?
Ho sempre dimostrato interesse per la scienza da quando andavo a scuola, dopo le scuole superiori ho intrapreso il ramo della biochimica che mi ha portato ad ottenere la laurea. Seguendo la mia passione per la ricerca scientifica, ho scelto biologia molecolare per la mia carriera e ho conseguito il Master of Philosophy, che è stata un’altra tappa fondamentale verso il mio obiettivo.
Perché ha scelto Verona per continuare i suoi studi e la sua carriera?
Avevo un forte interesse per la ricerca clinica ed esplorando le opportunità che potevano offrire le diverse università internazionali, ho scoperto che l’università di Verona offre un intenso corso di dottorato di ricerca in Proteomica e Genomica Clinica. Un’opportunità senza dubbio perfetta per seguire i miei sogni.
Su quali studi si sta focalizzando attualmente?
Attualmente, il mio progetto si focalizza nel seguire con una piattaforma di ultima generazione gli effetti di possibili varianti genetiche su pazienti che assumono quantità eccessive di ferro.
Quali sono i suoi principali obiettivi per il prossimo avvenire?
Il mio obiettivo principale è progredire nella mia area di ricerca, sviluppare più capacità nella ricerca per rafforzare la mia esperienza e conseguire il mio dottorato con buoni risultati e pubblicazioni.
03/10/2014
sm