E' statao presentato il 14 gennaio, nella sala Barbieri di Palazzo Giuliari, l’Oscf, Osservatorio sui consumi delle famiglie dell’università di Verona, dipartimento Tempo, spazio, immagine e società. Il centro diretto da Domenico Secondulfo si occupa di studiare i comportamenti di consumo delle famiglie, di cultura materiale e di storia della sociologia dei consumi, attraverso iniziative editoriali, ricerche, convegni e seminari nazionali e internazionali. Le attività di ricerca di Oscf si dividono in due macro aree: i comportamenti di consumo delle famiglie italiane e sociologia dei consumi e della cultura materiale.
“C’è crisi e crisi. Le famiglie veronesi di fronte alla crisi economica” è il titolo della più recente indagine condotta dai ricercatori dell’osservatorio che, tra il 28 novembre e il 7 dicembre scorso, hanno monitorato i consumi delle famiglie residenti nella città scaligera. Secondo Secondulfo, Paola Di Nicola, Fabio Marzella, Lorenzo Migliorati, Luca Mori, Francesca Setiffi, Sandro Stanzani, Luigi Tronca e Debora Viviani, membri del team, quello veronese è un contesto economico che meno di altri avverte i morsi della crisi. Le famiglie in netta difficoltà sono a Verona il 16% contro il 31% del resto d'Italia. Le ragioni di questa differenza sono da ricercare innanzitutto nella situazione del Veneto e, in particolare, in quella dell'area Veronese. Verona è tra le città con il migliore livello generale di vita in Italia. Le famiglie scaligere hanno una percezione di maggior tranquillità per il futuro, situazione che deriva soprattutto da una maggior abitudine a stili di acquisto e consumo accorti e dalla capacità del sistema produttivo di assorbire i giovani. La minore disoccupazione giovanile, infatti, offre alle famiglie veronesi un duplice vantaggio: un oggettivo minor aggravio economico e un minore timore per il futuro. I veronesi, inoltre, si sono rivelati consumatori molto attenti a non sprecare e che prestano attenzione al prezzo, alle offerte e alle promozioni, attuando una vera e propria ecologia del consumo finalizzata all’acquisto di quantità minori di prodotti, all’abbandono di prodotti costosi senza però rinunciare alla qualità. Questi sono gli elementi chiave per capire come le famiglie veronesi, seppure toccate anch’esse dalla crisi economica e costrette comunque a rivedere in negativo i propri consumi mantengono una percezione molto meno fosca sia della propria situazione che del futuro che le attende, e pur dovendo modificare le proprie strategie di spesa, non hanno stravolto le proprie abitudini di consumo. Rispetto al panorama nazionale, poi, le famiglie veronesi sono maggiormente presenti nella fascia di reddito media e medio bassa. Insomma la ricerca evidenzia che l’atteggiamento della popolazione veronese ribalta in positivo il senso del vecchio adagio: “chi si accontenta gode”, mostrando che atteggiamenti di adeguata valorizzazione e uso delle risorse si accompagnano a una minore preoccupazione per il futuro e un maggior senso di benessere.
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RD
14.01.2015