È stato presentato al palazzo di Giurisprudenza il diciassettesimo rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati all’università di Verona. L’indagine, che a livello nazionale ha riguardato quasi 490mila laureati di tutte e 65 le università aderenti al consorzio, ha coinvolto nell’ateneo scaligero 6.240 laureati, di primo e secondo livello, del 2013, 2011 e 2009 intervistati a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.
Come spiega Tommaso dalla Massara, delegato del rettore all'Orientamento e alle Strategie occupazionali, “Vanno evidenziati due dati tra tutti che emergono dal rapporto Almalaurea. In primo luogo, la capacità attrattiva del nostro ateneo rispetto agli studenti fuori regione: dato in crescita, che stiamo tenendo sotto controllo e che puntiamo ad incrementare, per gli studenti che scelgono la qualità della formazione in una città con buoni standard di vita. In secondo luogo, il numero davvero rilevante di stage e tirocini, a valorizzare un canale di comunicazione rispetto al mondo del lavoro. Stiamo ora lavorando sulla proiezione estera di queste esperienze in una chiave generale di internazionalizzazione”.
La sintesi qui riportata riguarda solo i laureati triennali e magistrali biennali usciti nel 2013 e intervistati dopo un anno e i laureati magistrali biennali usciti nel 2009, intervistati dopo cinque anni.
I laureati di Verona del 2013 alla prova del lavoro. L’indagine ha interpellato3.035 laureati triennali e 963 laureati magistrali biennali usciti dall’università di Verona nel 2013, intervistati ad un anno di distanza, ovvero nel 2014. Il tasso di risposta è stato dell’86%.
La percentuale di occupazione dei neolaureati triennali è pari al 60%, un valore superiore alla media nazionale (41%). Tra gli occupati triennali di ateneo, il 46% è dedito solo al lavoro, mentre il 14% coniuga la laurea magistrale con il lavoro.
Chi continua gli studi con la laurea magistrale è circa il 35% (la media nazionale è del 54%): il 21% è impegnato solo nella laurea magistrale, mentre, come si è detto, il 14% studia e lavora. Il 15%, non lavorando e non essendo iscritto alla laurea magistrale, si dichiara alla ricerca di lavoro.
Il lavoro stabile – contratti a tempo indeterminato e lavoro autonomo (lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.) – coinvolge, a un anno dalla laurea, 27 laureati occupati su cento di primo livello di Verona (la media nazionale è del 33%). Gli occupati che non hanno un lavoro stabile rappresentano il 72,5% (in maggioranza con contratti a tempo determinato, mentre l’8% è senza contratto).
Il guadagno (calcolato su chi lavora soltanto) è in media di 1.098 euro mensili netti. A livello nazionale è di 1.008 euro.
L’analisi deve tenere conto che si tratta di giovani che in larga parte entrano subito dopo il conseguimento della laurea triennale nel mondo del lavoro: il 60% contro il 41% della media nazionale.
Laureati magistrali a un anno dalla laurea. A dodici mesi dalla conclusione degli studi, risulta occupato il 71% dei laureati, un valore superiore alla media nazionale del 56%. Il 10% dei laureati continua la formazione (a livello nazionale è il 14%). Chi cerca lavoro è il 19% dei laureati magistrali di Verona, meno del totale dei laureati che è il 30,5%.
A un anno dalla laurea, il lavoro è stabile per 31 laureati occupati su cento di Verona, la media nazionale è del 34%. La precarietà riguarda il 69% del collettivo (prevalgono i contratti a tempo determinato; mentre i senza contratto sono il 4,5%).
Il guadagno è 1.053 euro mensili netti, contro i 1.065 del complesso dei laureati magistrali.
Esiti occupazionali a cinque anni dal titolo. Le crescenti difficoltà occupazionali incontrate dai giovani, neo-laureati compresi, negli ultimi anni si sono riversate anche sui laureati di più lunga data, anche se occorre sottolineare che, col trascorrere del tempo dal conseguimento del titolo, le performance occupazionali migliorano.
I laureati biennali magistrali di Verona del 2009, intervistati a cinque anni dal titolo, sono 784, con un tasso di risposta del 75,5%.
L’88% è occupato, valore superiore alla media nazionale, pari all’81%. Il 5% risulta ancora impegnato nella formazione (è il 6,5% a livello nazionale). Chi cerca lavoro è il 7% contro il 12% del complesso dei laureati.
La quota di occupati stabili cresce in modo apprezzabile tra uno e cinque anni dal titolo, raggiungendo il 72% degli occupati (è il 70% a livello nazionale).
Le retribuzioni nominali arrivano, a cinque anni, a 1.341 euro mensili netti, contro i 1.356 euro a livello nazionale.
La Redazione
16.04.2014